Carnevale IV – Errata corrige

Con Mauro di Pikaia, ci chiediamo perché, negli anni ’70, G. Sermonti abbia abbandonato la ricerca sui microrganismi per prendersela con l’attuale teoria dell’evoluzione (TdE).
Commenta S. Searfini:

Quale mistero… Giuseppe Sermonti, come, fra gli altri, Antonio Lima-de-Faria, Mae-Wan Ho, Lev Belousov, D’Arcy Wentworth Thompson, Conrad Hal Waddington, Léon Croizat, Adolf Portmann, Pierre Grassé, Kinji Imanishi, Søren Lövtrup, Brian C. Goodwin, Colin Paterson, Roberto Fondi, Massimo Piattelli-Palmarini, ecc., “ha lavorato in modo assolutamente coerente con il resto della comunità scientifica” ma critica il Santo Patrono. Sì, sì… davvero incomprensibile… il dogma non si tocca… dunque devono essere impazziti e disinformatori tutti quanti… e bisognerà senz’altro attendere l’ardua sentenza dei posteri per svelare tanto mistero…”
L’Oca sì, invece, che è una vera scienziata di serie A, e con finezza giudica e insulta il mite professore (pardon… “narratore”), il quale poi non fa altro che riferire l’interessante tesi di Koestler. Scientificamente ella si affida a fonti solide come roccia: un ripetitore di manuali, e Pikaia che straparla di cose che ignora (le idee razziste della Blavatskaja, tutt’altro che indifferenti alla diffusione dell’evoluzionismo, non sono devoluzionistiche – e a parte ciò il devoluzionismo attribuito a Sermonti da Wikipedia è una delle tante deformazioni di chi – se legge – non capisce o non vuol capire).

Nel rispondere di corsa ieri notte, non ho controllato le fonti né ho messo i link. Correggo e chiedo scusa.

Senza spiegarne il motivo, S. Searfini accomuna G. Sermonti a:
D’Arcy Thompson che non mette in dubbio la TdE, ancora da nascere ai suoi tempi, ma ipotizza che i vincoli strutturali della morfogenesi prevalgano sulla selezione naturale.
Hal Waddington, l’embriologo che studia l’epigenesi nell’amata moscerina D. melanogaster. In attesa che si scoprano i fattori di trascrizione, regolazione ecc. e le loro interazioni con fattori ambientali, li spiega con un’eredità larmarckiana. Fa errori, chi non ne fa? – i suoi sono utili all’elaborazione della TdE e a un po’ di premi Nobel.
Léon Croizat che critica alcune idee di Darwin su formazione e distribuzione delle specie. Anche lui ammira la diversità delle forme e tenta di trovarne la regola. Non ci riesce ma, come si vede sotto, del problema si discute tuttora, proprio perché non c’è dogma né santo patrono che tenga.
Aldof Portmann che nella selezione naturale dà maggior peso all’ambiente anche sociale delle specie. Della nuova sintesi della TdE, rifiuta il riduzionismo, è  troppo concentrato sulle mutazioni genetiche e questo non coincide con la sua visione romantica della natura.
Pierre Grassé, ortogenetista un tantino sciovinista che venera Lamarck. Ne difende la trasmissibilità dei caratteri acquisiti, il solito collo della giraffa. Qualche francese pensa che l’ortogenesi abbia trionfato su tutta la linea, Allons z’enfants de la patri-i-e…
Kinji Imanishi – scopritore della mitica macaca che inventa la lavatura delle patate dolci e la insegna ai giovani – che rigetta il “selezionismo” incompatibile con la superiorità razziale e culturale dei giapponesi. Scrivevo così ieri notte, perché l’ho visto affiancato a Mishima. Siccome non ricordo dove l’ho letto, ritiro il paragone con la Blavatskaja inversa. Frans de Waal e Osamu Sakura la pensano diversamente, mi fido più di loro che della mia memoria.
Søren Lövtrup, che refuta come tanti il mito popolare per cui la teoria ottocentesca dell’evoluzione sarebbe di Darwin, mentre è di Lamarck e altri prima. E nella selezione naturale, distingue tra macro- e micro-mutazioni, da saltazionista (l’opposto di un adattazionista, grosso modo). Peccato che non trovi nessuna tartaruga ninja mutata.
Brian Goodwin, teorico della morfogenesi, che cerca di integrare la teoria dei sistemi complessi, quindi regole per l’emergenza delle forme, nella TdE; rimprovera anche a Dawkins certe metafore che trova irritanti, non è il solo.
Mae-Wan Ho, che usa l’argomento della selezione naturale per lottare contro gli Ogm.
Colin Patterson che è stato vittima di una citazione troncata di una sua lettera a Sunderland, da parte del creazionista Carl Wieland (cliccate, cliccate, buonumore garantito), smascherato da mo’. Nel commento, avevo saltato un pezzo, richiedo scusa.
Antonio Lima-de-Faria, che propone un’alternativa alla selezione naturale che dovrebbe funzionare a livello cellulare, quindi dimostrabile in vitro. Nessuno riesce a confermarla, per ora niente Nobel.

A dispetto di quanto immaginano i Serafini smarriti nei labirinti della ragione, i suddetti sono tutti evoluzionisti, con posizioni diverse su aspetti diversi della selezione naturale. E’ così che una teoria si mantiene viva. Detto questo, il nome di Mae-Wan Ho lascia pensare che il commento di S. Saerfini sia un POE.