Altri dati da negare


Fonte (H/t Paolo C.) – L’Agenzia europea per l’ambiente pubblica il terzo rapporto

Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012

da confrontare con quelli del 2004 e del 2008. Sono 250 e passa pagine con dati, tabelle, box, a cura di centinaia di autori, revisori e consulenti, comodi riassunti di varia lunghezza per dummies e “decisori”.
Come sempre colpiscono certi dettagli, si va a vedere la bibliografia, come mai due ghiacciai fortunati crescono mentre gli altri calano, insomma una ciliegia tira l’altra e ci vuol tempo per digerire il tutto.

Il sunto in italiano corrisponde bene a quello ho letto finora, penso che sia affidabile anche per il resto:

L’ultimo decennio (2002-2011) è stato il più caldo registrato in Europa, con una temperatura della superficie terrestre più alta di 1,3° C rispetto alla temperatura media in epoca preindustriale. Diversi modelli di proiezione evidenziano che la temperatura in Europa potrebbe alzarsi di 2,5 – 4° C verso la fine del XXI secolo, rispetto alla media del 1961-1990.

Le ondate di caldo sono aumentate in termini di frequenza e lunghezza, causando decine di migliaia di morti negli ultimi decenni. Secondo la relazione, se le società non si adatteranno, il previsto aumento delle ondate di calore potrebbe accrescere il numero di morti nei prossimi decenni. Tuttavia, si prevede che i morti per assideramento diminuiranno in molti paesi.

Le precipitazioni stanno diminuendo nelle regioni meridionali, ma sono in aumento nell’Europa settentrionale. Le previsioni dicono che tali tendenze continueranno e il cambiamento climatico causerà un aumento delle inondazioni, in particolare nell’Europa settentrionale, poiché l’aumento delle temperature intensifica il ciclo dell’acqua. Tuttavia, è difficile comprendere l’influenza del cambiamento climatico sui dati relativi alle inondazioni verificatesi in passato.

La siccità dei fiumi sembra essere diventata più grave e frequente in Europa meridionale. Secondo le proiezioni, in estate il livello minimo dei fiumi diminuirà significativamente in Europa meridionale, nonché in numerose altre parti d’Europa in varia misura.

L’Artico si sta riscaldando più velocemente rispetto ad altre regioni. Nel 2007, 2011 e 2012 è stato osservato nell’Artico un livello della banchisa al minimo storico, che è sceso a circa la metà dell’estensione minima registrata negli anni ’80. Lo scioglimento della crosta ghiacciata della Groenlandia è raddoppiato dagli anni ’90, perdendo, tra il 2005 e il 2009, in media 250 miliardi di tonnellate di massa ogni anno. I ghiacciai nelle Alpi hanno perso circa due terzi del proprio volume dal 1850 e le proiezioni dicono che tali tendenze continueranno.

I livelli marini sono in aumento, così come il rischio di inondazioni costiere durante le tempeste. Il livello medio globale del mare è aumentato di 1,7 mm l’anno nel XX secolo e di 3 mm l’anno negli ultimi decenni. Le proiezioni future variano sensibilmente, ma è probabile che l’aumento del livello del mare nel XXI secolo sarà maggiore rispetto al XX secolo.  Tuttavia, tale aumento risulta diversificato sulle coste europee, ad esempio a causa di movimenti locali di masse in superficie.

Oltre agli impatti sulla salute dovuti al calore, la relazione evidenzia come rilevanti anche altri effetti sulla salute umana. Il cambiamento climatico ha un ruolo nella trasmissione di determinate malattie. Ad esempio, permette alle specie di zecche Ixodes ricinus di prolificare più a nord, mentre un ulteriore riscaldamento potrebbe rendere alcune parti d’Europa più adatte ad accogliere flebotomi e zanzare portatrici di malattie. La stagione dei pollini è più lunga e inizia 10 giorni prima rispetto a 50 anni fa, con effetti anche sulla salute umana.

Molti studi hanno misurato cambiamenti diffusi nelle caratteristiche di piante e animali. Ad esempio, sono in anticipo le fioriture delle piante, del fitoplancton e del zooplancton d’acqua dolce. Altri animali e piante si stanno spostando verso nord o verso zone più elevate, a causa del riscaldamento dei relativi habitat. In futuro, molte specie le cui migrazioni non riusciranno a tenere il passo con la velocità dei cambiamenti climatici, potrebbero andare incontro all’estinzione.

Due buone notizie per tirarci su

Mentre potrebbe esserci una minore disponibilità idrica per l’agricoltura in Europa meridionale, le condizioni colturali potrebbero migliorare in altre zone. La stagione vegetativa per numerose colture in Europa si è allungata e si prevede che tale tendenza continuerà, insieme all’espansione delle colture estive a latitudini più settentrionali. Tuttavia, si prevede un calo del raccolto per alcune colture, a causa delle ondate di caldo e della siccità in Europa centrale e meridionale.
Con l’aumento della temperatura è inoltre diminuita la richiesta di riscaldamento, con un conseguente risparmio energetico, che tuttavia si compensa con l’aumento della domanda di energia per impianti di refrigerazione che si registra durante le estati più calde.

Dopo un’occhiata ai totali annui, l’angelo custode del condominio conferma che i giorni di riscaldamento sono diminuiti nel periodo 1999-2011. “Sembra anche a me,” dice l’angela del decennio precedente che ora custodisce il condominio Liberty nella stessa via, ma non ha tenuto gli appunti.

8 commenti

  1. Due ghiacciai fortunati crescono? Lo vedi che il global cooling accelera? Che fortuna che non ho dismesso sciarpa, cappotto e cappello.

  2. Qui Udik e Costa, in attesa di qualche post in qualche blog che dica che quelle ricerche non si possono leggere, latitano. È un buon esempio di “cherry picking” a cui accennavo…

  3. colossale OT
    ho appena letto che Crocetta proporrà Antonino Zichichi come assessore ai Beni culturali…lo sconforto mi coglie…

  4. @steph
    per me che leggo poche cose, notizie così sono il bello delle rassegne.
    @gvdr
    aspettano il funerale dell’hockey stick
    @giovanni
    ho visto – è il nuovo che avanza presumo

  5. @Paolo C
    Lo studio di Nature pare configurare un altro (l’ennesimo) feedback positivo.
    In tema di notizie terribili, fa il paio con quest’altro report, http://pdf.wri.org/global_coal_risk_assessment.pdf
    che parla di circa 1.200 (!) centrali a carbone di cui è stata proposta la costruzione.
    Di feedback negativi, su una scala compatibile con le attività umane, non se ne vedono. Mi sa che la situazione è davvero molto, molto complicata.

  6. @Diego
    Non credo che verranno realizzate tutte, ma anche solo una frazione sarebbe un ulteriore danno.
    Ha ragione Grantham, qui bisogna passare all’azione, il tempo delle chiacchiere è finito.

  7. Mi riconosco bene in quella mappa.
    La siccità estiva nella bassa pianura padana ma soprattutto in emilia-romagna é già una realtà consolidata da almeno una decina di anni.
    Meno temporali estivi (ed eventi residui spesso violenti).
    In un area climatica di pianura da 700/750 mm annui 100 mm estivi mancanti incidono eccome se incidono.
    Basta un’annata storta per creare siccità grave come quest’anno.
    E gli effetti della mancanza ddi umidità come fattore amplificante dell’intensità del Hw estive sono state dimostrate da studi dell’arpa regionale sull’argomento.
    Gli effetti sulle attività umane sono stati rilevanti ma non disastrosi. Possiamo sperare lo stesso in futuro con scenari ancora più cupi? Dipenderà tutto da attenta pianificazione e adeguate (direi) rilevanti risorse finanziarie.

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