Gli insorti della DORA

La lotta continua contro il publish or perish, le autocitazioni, l’editoria predona, la circolazione delle idee e dei risultati corrotta da misconduct seriale e dalla burocrazia che valuta la ricerca con indici bibliometrici. Primo dei quali il Journal Impact Factor, monopolio della Thomson Reuters, all’origine venduto ai bibliotecari per fornire loro un dato “quantitativo” nella scelta delle riviste cui abbonare il proprio istituto.
Gli viene dato un assalto che se fosse ottobre sarebbe il Palazzo d’inverno.
Rass. punt. prec. Come la rivoluzione dell’open access, questa è guidata da Harold Varmus, oggi direttore del National Cancer Institute anche se dal 2005 giura che l’anno prossimo va in pensione.

Liberal, fan dei Mets, barone ricco e potente, in tempi meno agitati a febbraio veniva in Sicilia insieme a Constance per godersi i mandorli in fiore. (La moglie si era riconvertita nel giardinaggio sociale a Central Park e lungo il Museum Mile, aiutata dal gruppo di botanisti di cui fa parte Oliver Sacks. Una bella storia newyorchese che un giorno Oliver racconterà, spero.)
Con la stessa strategia usata per fondare la PLoS dopo il tentativo, fallito, di imporre l’open access  negli NIH che dirigeva negli anni ’90, da tre anni  Harold il Ribelle raccoglieva commenti, adesioni, correzioni a un “piano di azione”, già accennato da capi-redattori e direttori di riviste con l’IF più alto.

Durante il suo convegno di dicembre a San Francisco, l’American Society for Cell Biology grazie alla diplomazia del direttore, Stefano Bertuzzi – ne aveva approvato il manifesto. E’ stato pubblicato ieri con le adesioni ottenute finora. Da Science Insider:

In ‘Insurrection’, Scientists, Editors Call for Abandoning Journal Impact Factor

In what they’ve dubbed the San Francisco Declaration on Research Assessment (DORA) … the scientists write: “It is … imperative that scientific output is measured accurately and evaluated wisely.” Their 18 recommendations urge the research community to “eliminate” the use of journal impact factors in funding, hiring, and promotion decisions.

I firmatari si impegnano a “usare la scienza per valutare la ricerca” e a rispettare 18 comandamenti. A parte il primo (non usare solo l’impact factor) sono divisi per funzioni: enti di finanziamento, enti di ricerca, editori, organizzazioni che producono metriche, ricercatori. Contrariamente a Science, Nature che pur denuncia l’abuso delle metriche dai tempi della signora Thatcher, non ha firmato. Il direttore,

Philip Campbell, said that the group’s journals had published many editorials critical of excesses in the use of JIFs, “but the draft statement contained many specific elements, some of which were too sweeping for me or my colleagues to sign up to”.

Nature tende a fare “bande à part” (mi chiedo anch’io se non sia controproducente il decimo comandamento sulle fonti bibliografiche). Dubito che le “organizzazioni”  firmino, perché sono innanzitutto Thomson Reuters che fa pagare caro l’abbonamento al suo Journal of Citations Reports e al contempo vieta di usarne i dati.  Sono suoi in effetti e – come quelli prodotti dai principali editori – ci sono di mezzo brevetti, licenze e copyright.

La solita questione della proprietà intellettuale in regime di libero mercato dove DORA si scontra con Doha. Non è la sola, continuons le combat.

Ci si mette pure l’Economist che critica in un editoriale e un articolo il nuovo Manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali che sarà presentato il 22 domani, di fatto un altro monopolio. Anche se in vari paesi europei si usa quello dell’OMS che oltretutto è gratis.

 

2 commenti

  1. Leggendo il titolo avevo pensato al sabotaggio partigiano del ponte sulla Dora Baltea la vigilia di Natale del ’44. Ed in effetti, dopo aver letto il post, più che ad una presa del palazzo d’inverno il manifesto della DORA si confà ad un’azione di sabotaggio. L’azione partigiana fu un successo, speriamo lo sia pure questa.
    Nota a margine, pochi fisici e pochi italiani, ma almeno c’è l’European Physics Journal in rappresentanza.

  2. @Riccardo
    Sì, meglio il ponte sulla Dora che quello della Pevropavlosk! Fisici: magari arrivano, prima girava soprattutto fra i biologi.

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