Dominatrix

Il lagomorfo cita incidenti causati dalle meduse:

the ecosystem processes that control jellyfish populations are out of whack. Predators that eat jellyfish are being “fished down” – humans are being forced to consume ocean protein farther and farther down the food chain. We can see increasing indications from space – DMSP and Suomi NPP photographs show vast armadas of fishing boats using lights to attract squid to nets. Just a generation ago these fleets were fishing for higher value fish but those fish are mostly gone now. What will the catch be when the squid are gone? Will it have to be jellyfish if the trend continues unabated? (Whether jellyfish have sufficient protein per unit area is another question)

Chiudono centrali nucleari, ultima quella svedese di Oskarhamm sul Baltico, distruggono allevamenti ittici, fanno scappare i turisti – ma gli italiani sarebbero abituati e farebbero il bagno lo stesso, stando a Jellywatch.

La proliferazione – delle cubomeduse soprattutto – è una conseguenza della pesca industriale che ne ha eliminato i predatori e i rivali come le acciughe che contendevano loro lo stesso cibo; dell’inquinamento costiero; dell’acidificazione e del riscaldamento degli oceani ecc., ma anche di una fitness eccezionale.

Le Mnemiopsis leydii – che avevano invaso il Mar Nero sterminandone gli storioni – disperdono 10 mila uova al giorno da quando compiono due settimane e se si tagliano a pezzettini ognuno riforma un organismo adulto in tre giorni appena.  

Aggiunta 13/11: ho sbagliato, accusa ingiusta, non sono meduse… – Le Turritopsis dohrnii muoiono nel senso che si disintegrano, ma cellule ancora vitali si aggregano per formare un polipo, il primo stadio, e in una settimana riformano un individuo. Si riproducono in tutti i modi che si riescono ad immaginare, alcune dispongono di tre o quattro metodi e li usano in alternanza, a seconda delle circostanze…

In mezzo miliardo di anni le altre specie marine si sono organizzate, formando ecosistemi che le tengono a bada, ma li abbiamo depredati e quelle se ne approfittano.

In Stung! On jellyfish blooms and the future of the oceans (foto stupende) Lisa-ann Gershwin  la biologa del CSIRO specializzata in meduse velenose (stinger) come le minuscole Irukandji ormai arrivate dal Queensland nel Mar Rosso – racconta storie quasi incredibili.
Meduse che ribaltano un megapeschereccio giapponese quando le gru tentano di sollevare una rete che ne è piena; che fermano la portaerei nucleare USS Ronald Reagan, che costruiscono un muro di muco lungo decine di chilometri e profondo centinaia di metri…

Aggiunto
Sono anche le nuotatrici più efficienti in assoluto, scrivono Brad Gemmell et al. sui PNAS (grassetto e link miei):

We show that jellyfish exhibit a unique mechanism of passive energy recapture, which is exploited to allow them to travel 30% further each swimming cycle, thereby reducing metabolic energy demand by swimming muscles. By accounting for large interspecific differences in net metabolic rates, we demonstrate, contrary to prevailing views, that the jellyfish (Aurelia aurita) is one of the most energetically efficient propulsors on the planet

Inarrestabili, se non arriva una specie rivale che ne frena il boom demografico, com’è successo nel Mar Nero nel 2000-2002, anche se troppo tardi per gli storioni e l’economia delle città costiere in tre paesi. Nella sua recensione sulla NY Review of Books, Tim Flannery faceva una battutaccia, “O pungiglione, dov’è la tua morte?”, prima di citarne la fine:
I now sincerely believe that it is only a matter of time before the oceans as we know them and need them to be become very different places indeed. No coral reefs teeming with life. No more might whales or wobbling penguins. No more lobsters or oysters. Sushi without fish. (…)
Adapt.
Ma si adattano anche loro, quelle del lago di Palau hanno perso il pungiglione.

*

Il titolo del post viene dalla segnalazione di Natur

As reams of evidence reveal, human changes to ocean ecosystems are producing perfect conditions for jelly-dominated seas

Nella foto sopra, una Cassiopea mediterranea – detta uovo al tegame in inglese – molto abbondante nel Sud Italia questa primavera. Le condizioni erano “perfette”, almeno per quelli di Lecce che fanno ricerca sulle proprietà terapeutiche di alcune sue molecole.

6 commenti

  1. Questa storia sembra un incubo o una trama fantascientifica su un mondo dominato dalle meduse. Viene in mente il bel libro di Franz Schatzing “Il quinto giorno”.

  2. ‘mal voluto non è mai troppo’ diciamo in toscana..
    la situazione comunque sta davvero precipitando..e gli oceani sono lo specchio dello schifo provocato dall’uomo..

  3. Leggendo Stung mi è venuta in mente una frase che compare nella prefazione di Revolution that made earth, libro strepitoso di Lenton e Watson: “… Our approach is to look at the past, and examine the course of previous revolutions of the Earth. Life, in evey case, was the instigator”. Se le cose stanno effettivamente così, non si prospetta davvero niente di buono. Anche perché, sotto la superficie dei mari ci sono un sacco di cose che non sappiamo di non sapere, e che sono probabilmente impossibili da quantificare e inserire in un qualsiasi modello.

    1. Riccardo,
      ci ho pensato anch’io leggendo della porta-aerei! Al contempo le foto mostrano creature bellissime-
      @Stefano e Diego
      Penso che i timori di Lisa-ann Gershwin siano dovuti anche al suo punto di vista “australiano-centrico” a metà tra Tropici e Antartide.
      “non sappiamo di non sapere”: be’ qualche progresso negli ultimi 100 anni s’è fatto!
      Ups, ho dimenticato una ricerca del mese scorso – adesso aggiungo – le meduse sono anche campionesse assolute di nuoto “energy efficient”

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