Duflo for president

L’Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab (J-PAL, dal nome del papà di un ex studente che lo ha finanziato all’inizio) del MIT ha compiuto dieci anni, contro ogni previsione.

Nel frattempo ha aperto succursali in vari paesi e condotto ben 440 esperimenti randomized per verificare/valutare i risultati di interventi economici, realizzati o programmati da agenzie dell’ONU, fondazioni e ONG, per alleviare la povertà.

L’idea, in sintesi, era di mutuare il metodo degli esperimenti clinici per rendere evidence-based  i programmi di finanziamenti internazionali per lo sviluppo – sanità, educazione, sicurezza, governance,  infrastrutture ecc.

All’inizio l’idea era malvista dagli economisti specializzati. Erano gli inizi degli Scopi del Millennio coordinati da Jeffrey Sachs, di Harvard e da ridefinire entro il 2015. Gli esperimenti di due giovincelli – Abhijit Bannerjee per metà indiano e la Duflo, una francesina un po’ punk che ho scoperto grazie alla Teiera – hanno mostrato lo scarso rigore dei progetti pilota varati dall’ONU ben prima che lo facessero alcuni ricercatori sul Lancet nel 2010. (La polemica non è finita.)

L’Economist – non proprio imparziale perché a priori più favorevole agli incentivi per la libera impresa – dedica due  articoli all’anniversario del J-PAL e per la prima volta accenna ai contrasti con il gruppo – potente – di Jeffrey Sachs et al., ma senza entrare nei particolari. Ha perso parecchi alleati, come si vede dal numero crescente di partners del J-PAL.

(Sul suo sito ci sono anche papers, rapporti, sunti dei libri, dati grezzi e aggiornamenti, una miniera per le ONG. Raccomando in particolare i papers sulla governance visto che dei circa $130 miliardi/anno di aiuti pubblici per lo sviluppo, circa il 30% non arriva ai destinatari.)

Non sono imparziale nemmeno io perché diversamente dalle tesi di Jeffrey Sachs et al., le ricerche del J-PAL tengono conto delle differenze tra le motivazioni delle scelte economiche fatte da uomini e donne per uscire dalla povertà.

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Duflo for president della Banca Mondiale, tanto per cominciare…