La settimana scorsa, come preludio alla giornata mondiale della democrazia, Action Aid-Italia presentava Agorà 2028, un insieme di progetti da sostenere e realizzare nei prossimi dieci anni. Fare un piano decennale è da “pazzi furiosi”, diceva Serena Dandini nel breve video realizzato per rendere l’idea a chi non poteva essere al Maxxi.
Pazzi lo erano anche dieci anni fa, quando avevano pensato che Action Aid poteva agire/aiutare altri a farlo anche in Italia, non solo collaborando con le altre Ong nelle emergenze
. Adesso in Italia migliaia di volontari condividono l’idea – per dirla con Kant – che nel regno dei fini o una cosa ha un prezzo o ha una dignità. Qui, si traduce con la famosa frase di Dubcek, citata nel “piano decennale“:
La democrazia non è soltanto la possibilità e il diritto di esprimere la propria opinione, ma è anche la garanzia che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere, la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni.
Tre giorni fa, c’è stato un esempio pratico: l’analisi delle delibere del Fondo per l’Africa, sunto qui, ottenute dall’Associazione per gli Studi giuridici sull’Immigrazione. Non è condivisa dai governanti, ovviamente, anche se a parole lo era quando il Fondo è stato istituito: nemmeno le opinioni dei legislatori sono state prese in considerazione.
Ci sono molti altri esempi, in questa democrazia Per dirne uno, che fine ha fatto la Commissione senatoriale, approvata più di un anno fa, che doveva indagare sulla ricostruzione dell’Aquila?
A proposito, ieri sui Proceedings of the Royal Society B, Justin Brienza e Igor Grossmann dell’università di Waterloo hanno pubblicato
Two studies—an online survey from regions differing in economic affluence (n = 2 145) and a representative in-lab study with stratified sampling of adults from working and middle-class backgrounds (n = 299)…
Il secondo è servito a verificare i risultati del sondaggio on-line, secondo i quali i poveri, soprattutto giovani e di mezz’età, sono più saggi dei ricchi nel ragionare sull’effetto che avranno le loro proprie decisioni sui rapporti con gli altri:
In contrast to a long line of research suggesting that higher social class is aligned with superior cognition, the present data indicated that higher class is associated with a lower propensity of reasoning wisely in interpersonal situations. Our results were systematic across group, individual and situational levels of analysis when controlling for regional differences in scholastic aptitude, population, urbanization, income inequality, demographic factors such as age and gender, and a host of individual differences in agreeableness, openness to new experiences, consideration of others’ emotions and individualism–collectivism.
Anche così si tratta di una semplificazione, avvertono gli autori, e non è detto che corrispondano ai comportamenti in situazioni specifiche. Com. stampa.
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Classe superiore
Leonid Schneider ha scovato un paio di ricchi all’università di Linköping, innescando una seconda inchiesta interna alla quale Anthony Turner e il suo protetto Ashutosh Tiwari – titolare di un falso istituto ad Allahabad, di una falsa Associazione scientifica in casa sua a Linköping, e delle rispettive riviste e conferenze predone – hanno reagito mandando curiosi messaggi natalizi.
Dopo le denunce di una whistle-blower, una prima inchiesta aveva concluso nel 2015 che forse Tiwari aveva commesso qualche infrazioncina, ma siccome le negava e s’era appena dimesso, non era il caso di insistere. Così fino a pochi mesi fa ha continuato a lavorare nel centro diretto da Turner dove, con il sostegno del capo, spennava i colleghi e plagiava le ricerche dei dottorandi.
Le avrà pubblicate insieme a Turner sulla rivista di Elsevier diretta da Turner? Viene il dubbio dopo aver visto su PubPeer la demolizione dei paper di Prashant Sharma, co-autore assiduo di Turner e Tiwari proprio su Biosensors & Bioelectonics.
Altra notizia riguardante Elsevier da Retraction Watch.
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Su BiorXiv, quattro canadesi confermano la famosa ricerca pubblicata da Christine Wennerås e Agnes Wold vent’anni fa:
Altro che piano decennale…