Cari orecchietti di radiopop,
di caffè e di fondi nel doppio senso della parola, parliamo con Massimiliano Rossetti, “sustainability manager” dell’università di Milano-Bicocca. Da tecnologo del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra, fa parte dei giovani biologi, scienziati ambientali e sociologi che fanno appello alla vostra attenzione se frequentate quell’università, e al vostro buon cuore.
Dopo aver scoperto che il loro gruppo di ricerca (sono in 7 11, h/t M. R.) consuma circa 5000 capsule di caffè all’anno, hanno fatto un po’ di autocoscienza. Al caffè non vogliono rinunciare, ma nemmeno alla sostenibilità e quindi intendono:
- sperimentare un sistema di raccolta differenziata delle cialde;
- analizzare eventuali nanoparticelle e microplastiche rilasciate nel caffè e
- last but not least, sperimentare il riuso dei fondi come fertilizzanti dell’Orto comune Niguarda, nel Parco Nord.
In cambio di una donazione sul sito di crowdfunding Caffè senza tracce/Produzioni dal basso – servono 7500 euro per comprare i materiali necessari per separare i fondi dalle capsule e analizzarli in laboratorio – regalano semi da piantare, “eccellente” caffè macinato e addirittura un albero da frutta.
Rassegna stampa scientifica nel finale.
poscritto: grazie dei messaggi. E’ vero, dai fondi di caffè si possono estrarre varie sostanze utili, comunque piacciono ai lombrichi e sembrano (le ricerche sono poche per ora) allontanare insetti nocivi e lumache.
Nella rassegna non c’è stato tempo per lo studio “Parents in Science“, dal quale risulta che il 40% delle scienziate americane smettono di fare ricerca a tempo pieno dopo il primo figlio, il 23% dei padri “riduce il proprio orario di lavoro” e il 28% dei genitori cambia mestiere. Commenti stupiti su Nature e Science, come se in USA il congedo parentale esistesse o fosse retribuito.
In onda il giovedì dalle 11.30 alle 12 sui 107,6 FM, in streaming durante e in podcast dopo.