Nelle colline (la Côte) attorno a Beaune, dove si producono vini pregiati come il Gevrey-Chambertin (Côte de Nuits in realtà, h/t Steph), il Meursault o il Puligny-Montrachet, dal Trecento in poi la data della vendemmia è stata registrata negli annali del duca di Borgogna, poi in quelli del capitolo della basilica Notre-Dame, nelle delibere del Consiglio della città e infine dai quotidiani.
A metà del secolo scorso i prefetti stabilirono la stessa data per tutta la Borgogna finché non ci fu una rivolta. Salvo in quell’intervallo sciagurato, erano registrati anche i motivi della decisione: maturazione dell’uva, se era piovuto molto o c’era stata la siccità, come si metteva il tempo ecc.
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Su Climate of the Past, una rivista in open access, Thomas Labbé et al. spiegano come hanno usato questi dati e quelli meteorologici e vicari (anelli degli alberi) nella zona, a Parigi e in diversi paesi europei, per creare la serie più lunga e omogenea delle temperature estive e delle vendemmie, e rettificare serie precedenti, con un modello bayesiano e altra documentazione storica:
- La curva è divisa chiaramente in due parti. L’uva era raccolta il 28 settembre dal 1354 al 1987, che comprende la maggior parte della Piccola Era Glaciale e il periodo di lento riscaldamento del Novecento. Invece le date della vendemmia erano anticipate di 13 giorni (15 settembre) nei 31 anni di rapido riscaldamento dal 1988 al 2018.
Per quanto riguarda la media.
Prima, c’erano state parecchie variazioni. Nel 1636-37, oltre alla guerra c’era stata pure la peste.
- Nel 1520–1560 l’uva era raccolta 4 giorni prima (24 settembre) rispetto al valore medio precedente al 1988 e 6 giorni prima (22 settembre) nel periodo 1720–1739.
In Borgogna, il picco della Piccola Era Glaciale è arrivato con un secolo di ritardo.
- Tra il 1820 e 1860, avveniva 4 giorni più tardi (2 ottobre) del valore medio. Questa fase è fortemente influenzata da molteplici eruzioni vulcaniche alle quali il sistema climatico si è ripreso lentamente (Brönnimann et al., 2019).
h/t l’articolo di Katherine Kornei per Eos.
La rivista Climate of the Past sembra pubblicare spesso ricerche così. Nello stesso numero – se così si può dire: i paper vengono messi on line, discussi on-line da revisori, esperti accreditati e membri del comitato scientifico, e sono pubblicati nella rivista se hanno superato le critiche – la storia degli strumenti per le misure meteo iniziata in Svizzera con lo “spirito quantificatore” dell’Illuminismo dovrebbe piacere a Steph – che ha appena pubblicato un post su Lorenzo.
- il primo uragano di massima categoria a portarsi così a nord-est sull’oceano Atlantico.
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Il 20% delle falde acquifere si sta svuotando: l’acqua viene pompata troppo velocemente perché fonti, torrenti, fiumi e piogge la “ricarichino”, e per colpa dei cambiamenti climatici. Su Nature di ieri, Inge de Graaf et al.
- stimano che entro il 2050, i limiti del flusso ambientale verranno raggiunti per circa dal 42 al 79% dei bacini idrici dai quali viene pompata l’acqua di falda…
Anche qui ci sono molte variazioni, ma nei paesi dove viene usata intensivamente per l’irrigazione come il Midwest degli USA, nella valle dell’Indo in India, in Pakistan o in Afghanistan, le riserve sono già calate. Com. stampa dell’univ. di Friburgo.
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L’editoriale e lo speciale di Science sono dedicati al linguaggio e al cervello.
Fatto bene, trovo, e anche il reportage di Dennis Normile sugli incendi delle foreste e delle torbiere in Indonesia che i governanti dicono di combattere, solo che non applicano le leggi e rispettive multe ai proprietari delle grandi piantagioni. Il Policy Forum riguarda gli incendi di foreste negli USA che andrebbero gestiti in maniera più sensata…
Il paper di Kenneth Rosenberg et al. sul declino del 47% degli uccelli in USA e Canada (quasi 3 miliardi) dal 1970 al 2018 era stato anticipato on-line due settimane fa, suscitando parecchie obiezioni. Adesso che l’ho letto con calma, mi sembrano convincenti quelle di Brian McGill dell’università del Maine.
https://www.theguardian.com/environment/2019/oct/05/london-police-arrest-extinction-rebellion-activists-in-advance-of-environment-protest
La polizia fa irruzione, arresta 10 membri di Extinction Rebellion, per confiscare cosa?
… confiscated equipment included portable toilets, kitchen equipment, gazebos and big tents, cooking urns and big thermos flasks, 250-watt solar panels and 12v car batteries, food, waterproofs, umbrellas and hot water bottles.
Equipaggiamento da terroristi, indubbiamente…
Nel frattempo, il “fisico dell’atmosfera e climatologo di fama mondiale” (cosi’ viene descritto dal giornalista) Franco Prodi, rilascia un’intervista all’Huffington (o Fuffington? faccio sempre confusione) Post dal titolo “Con Greta siamo di fronte a un abbaglio mondiale”.
In realta’, non mi sembra possa essere classificato nell’insieme di maschi bianchi e anziani che reagiscono con rabbia alla giovane attivista svedese. La Thunberg la cita appena.
Piu’ che altro mi sembra che si sia specializzato nel maltrattare la logica, come mostra il seguente frammento
“al momento, nessuna ricerca scientifica stabilisce una relazione certa tra le attività dell’uomo e il riscaldamento globale. Perciò, dire che siamo noi i responsabili dei cambiamenti climatici è scientificamente infondato.“
E.K.Hornbeck,
Accid… ha preso un “abbaglio mondiale“:
La Terra, invece, ha una temperatura di 300 gradi kelvin, circa 25,5 gradi centigradi
Non era né climatologo né fisico dell’atmosfera o non direbbe tante stupidate sui modelli, era un fisico delle nubi – di fama locale per chi sa che è un fratello di Romano Prodi.
E aveva attaccato G. Thunberg su altri giornali, la settimana scorsa su Libero.
Be’, ottima dimostrazione di ignoranza…
Paolo C. ed E.K.Hornbeck,
Dovevo andare da amici, non ho fatto in tempo a infierire, ma Prodi non sa nemmeno che l’asse della Terra è obliquo:
il Sole è un corpo che misura quasi 6 mila gradi kelvin. La Terra, invece, ha una temperatura di 300 gradi kelvin, circa 25,5 gradi centigradi. È come se da una parte ci fosse una lampada, e dall’altra una palla di vetro. In mezzo a esse, l’atmosfera. … La temperatura della palla di vetro dipende da una molteplicità di fattori, tra cui la distanza che c’è tra la lampada e la palla di vetro.
Dipende dall’inclinazione dei raggi solari… Anche quest’abbaglio è stupendo:
dai primi anni dell’ottocento… la temperatura media globale è cresciuta ogni secolo di un decimo di grado.
Altre incontinenze di Prodi oggi su La Verità, aggiorno il post di ieri.
Steph apprezza, apprezza. Soprattutto mentre si gusta un Chassagne-Montrachet (che preferisce di poco a un Puligny-Montrachet), o un Volnay, o un Saitn-Aubin. Ma dipende sempre dai climats, oltre che dalle annate, come ben sai…
Il Gevray-Chambertin credo invece che non rientri nel novero, essendo (come dovresti sapere bene) un fantastico vino che non proviene dalla Côte de Beaune bensì dall’omonima località nell’attigua alta Côte de Nuits, una trentina di km più a nord di Beaune.
Interessante la storia degli strumenti per le misure meteo. Ma anche la mazza delle vendemmie della Côte de Beaune. Stavo giusto per tornare sulle mazze da hockey in un prossimo post, aggiungo anche questa. Perfettamente in sintonia con la ripresa del campionate di hockey e con la vendemmia.
Steph,
Il Gevray-Chambertin credo invece che non rientri nel novero, essendo (come dovresti sapere bene)
ups, hai ragione! beo al massimo un bicchiere di birra, ma non è un’attenuante.