Nel 1986, gli articoli di Jason Berry rivelavano che le scuole, i seminari e le università della Congregazione dei Legionari di Cristo fondata nel 1941 con la benedizione di Pio XII nel 1946, e diretta fino al 2005 dal sacerdote messicano Marcial Maciel, erano covi di pedofili – e un racket miliardario.
Un racket altrettanto influente dell’Opus Dei anche in Italia. Il creazionista Roberto De Mattei, professore all’Università europea di Roma, era il vice-presidente del CNR.
Dagli anni Cinquanta, ragazzi minorenni e i parenti di alcune bambine – Maciel sosteneva che stuprarli fosse una prescrizione apostolica, una cura per i suoi acciacchi… – avevano provato a denunciarne gli abusi. La Chiesa apriva “pratiche” svogliate, e le richiudeva con un certificato di buona e santa condotta. D’altronde Maciel era insuperabile nella raccolta fondi e faceva donazioni ad alti papaveri del Vaticano dov’era protetto da parecchi cardinali, tra i quali Angelo Sodano e Stanislaw Dziwisz, il segretario di Woytila.
Tra il 1998 e il 2003, la stampa statunitense, spagnola, canadese e messicana pubblica resoconti e documenti sulle violenze di Maciel, ancora più scandalose di quelle, messe a tacere con milioni di dollari, dai vescovi statunitensi. Woytila lo copre, e procede alla beatificazione di sua madre e di uno zio vescovo (beatificazione non conclusa, per la madre, lo zio è diventato santo).
Nel 2004 esce “Vows of Silence“, il libro di Jason Berry e Gerald Renner. I cattolici statunitensi che hanno creato una rete molto attiva di “survivors”, ottengono finalmente da Woytila che autorizzi un’ispezione della Congregazione per la dottrina della fede, diretta da Ratzinger. (Noti cattolici statunitensi legati al Vaticano difendono Maciel.)
Ricevute le testimonianze di trenta seminaristi stuprati da Maciel, nel 2005 Ratzinger gli chiede di dimettersi da Generale dell’ordine che viene affidato al suo fedele secondo. Nel 2006, dopo esser stato eletto papa, Ratzinger ordina a Maciel una “vita di preghiera e penitenza” in un buen retiro per preti pedofili in Florida, dove si reca con una moglie e la figlia, e muore due anni dopo a 87 anni.
Nel 2010 sulla New York Review of Books, esce il reportage in tre puntate di Alma Guillermoprieto, seguito da una sua recensione dei saggi sui Legionari e sul movimento Regnum Christi, riservato a laici molto facoltosi e a 900 “consacrate” di buona famiglia. E scoppia nuovo scandalo: oltre alla residenza romana, in Spagna, Stati Uniti e Messico, Maciel aveva case sontuose, abitate da “mogli” con vitalizi milionari, e almeno sei figli alcuni dei quali violentati pure loro. Il papa ne riscrive il necrologio.
Nel 2010, il Vaticano ammette che per sessant’anni Maciel aveva abusato di seminaristi minorenni e che conduceva una “doppia vita”, in realtà ne aveva una per ogni moglie: falso agente della CIA, falso petroliere… La Congregazione avrebbe intrapreso una riforma per prevenire altri abusi. E’ iniziata nel 2014, con l’adozione di nuove regole tra cui la libertà di denunciare gli abusi all’esterno e scordammoci o’ passato.
Solo che quest’anno il papa ha chiesto di nuovo che il passato venisse ricordato, le vittime aiutate e se possibile “riconciliate”. Nel giugno scorso il Generale Eduardo Robles-Gil ha incaricato una commissione di preparare un rapporto sugli abusi e sui progressi da presentare il 20 gennaio prossimo al Capitolo generale della Legione.
E’ stato pubblicato ieri su un apposito sito, in spagnolo e in inglese.
“Probabilmente”, scrive la commissione, il conteggio delle vittime e dei loro stupratori è incompleto.