Fate passare, per favore?

L’oca ha appena ricevuto dal presidente dell’ANBI e volentieri ospita il seguente comunicato:
Gentile Giornalista,
Ma che carino.
Come Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani abbiamo scelto finora di non intervenire nel dibattito sul #Coronavirus per evitare di aumentare il rumore di sottofondo attorno alla vicenda, lasciando spazio alle comunicazioni ufficiali. Stanno tuttavia circolando in questi giorni diverse informazioni che riteniamo siano da stigmatizzare in quanto non fondate su evidenze scientifiche e che rischiano, se prese seriamente, di vanificare gli sforzi per contenere l’epidemia. A renderle particolarmente pericolose il fatto che a rilasciarle siano state anche personalità che per ruolo dovrebbero rappresentare il mondo scientifico. (nota) Ci sentiamo pertanto in dovere fare le seguenti precisazioni:

  1. La Covid-19 NON è una semplice sindrome influenzale. Se nella maggioranza dei casi può essere superata senza grossi problemi, nel 20% dei casi (un numero molto più alto rispetto all’influenza) si manifesta con sintomi gravi che necessitano di cure mediche. Questo vale in particolare per persone anziane, immunodepresse, o affette da malattie croniche.
  2. La Covid-19 NON è semplice da curare. A rendere la situazione più complessa rispetto all’influenza vi sono ulteriori due fattori: l’assenza di un vaccino che permetta di proteggere le fasce più deboli della popolazione e la sua capacità di sviluppare polmoniti non curabili tramite antibiotici (perché di origine virale e non batterica) e quindi molto più complesse da gestire.
  3. NON c’è un virus italiano. L’analisi dei dati raccolti fa supporre che il virus SARS-CoV-2 sia entrato in Italia dalla Cina già verso dicembre, periodo in cui si è registrato un picco di polmoniti anomale. Ad oggi NON esistono evidenze che esista un ceppo italiano del virus non correlato con il ceppo cinese, come sottolineano anche le ricercatrici dell’Ospedale Sacco che l’hanno sequenziato. Tale congettura è priva di qualsiasi fondamento.
  4. NON siamo ancora fuori pericolo. I dati indicano che stiamo entrando nella fase esponenziale in cui il virus si propaga molto più rapidamente (picco arancione in figura – vedi sotto). In questa fase è fondamentale mettere in atto misure che riducano la capacità del virus di propagarsi rallentando la diffusione della malattia (picco azzurro in figura) per un unico semplice motivo: se il numero di malati cresce troppo rapidamente, ed il 20% di loro necessita di ospedalizzazione, in brevissimo tempo satureremmo tutti i reparti di terapia intensiva (come sta già ora accadendo in Lombardia), rendendoci incapaci di dare adeguato supporto a chi ne ha bisogno.

Per spiegare meglio la situazione in cui ci troviamo ora, pensate di costruire un muro anti-tsunami alto 20 metri (numero di posti in terapia intensiva e misure di contenimento) e di essere raggiunti da un’onda alta 25 metri (numero di malati che richiedono assistenza ospedaliera), è evidente che verrete sommersi (le terapie intensive non reggeranno e non riusciranno a dare cure adeguate a tutti), esiste inoltre anche il rischio che l’onda abbatta l’intero muro colpendo molte più persone, in particolare nelle fasce a rischio, aumentando ulteriormente il bilancio dell’epidemia.
Ecco perché è importante, soprattutto adesso, attenersi scrupolosamente alle indicazioni della Protezione Civile e del Ministero della Salute. Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per abbassare l’altezza dell’onda ed evitare che il nostro sistema sanitario collassi. Evitiamo quindi di inseguire congetture che non trovano riscontri scientifici e che ci portano immotivatamente a sottostimare o esagerare i rischi connessi al SARS-CoV-2.
Il Portale del Ministero: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
La pubblicazione dell’Ospedale Sacco: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/jmv.25723
Report che indica una presenza del virus già a fine 2019: https://cattiviscienziati.com/2020/02/28/il-virus-cera-gia-una-possibile-buona-notizia/

Nota ochesca
Ogni riferimento alle

  • castronerie propalate da quel tizio sedicente biologo che non nomino per non dargli neppure pubblicità involontaria, sul virus “padano”,

per  dirla con il lettore Luigi Boccia, è puramente casuale.

4 commenti

  1. Se fosse vero che al 20% fa finire in ospedale, quando fosse contagiosa davvero al 2,6, vuol dire che per anni ci siamo fatti un’influenza in 6 milioni quando sarebbe bastato chiudere i bar dopo le 18 e isolare 3 paesini per farla solo in 80.000 in italia (o in un paese con 50 o 60 milioni di abitanti), salvo esportarla comunque in tutto il mondo.
    Che poi: vaccini e antivirali per quella normale invece ci sono. E quindi com’è che quella ha vinto ogni anno da sempre, e invece al pericolosissimo covid-19 gli si fa un mazzo così chiudendo le scuole ma senza nemmeno fermare treni e aerei?

  2. Deve essere questo clima da fine del mondo. Insisto che il numero di contagiati ha da essere sottostimato assai. Oppure questo virus non è così contagioso – però ha già fatto il giro del mondo, e adesso si comincia a retrodatarne l’uscita dalla Cina (d’altronde, bastano un aereo e un uomo d’affari per Paese, e dovevano essercene molti di più anche da prima di gennaio)

    1. Cimpy,
      Insisto che il numero di contagiati ha da essere sottostimato assai.
      Meno male! Sono due mesi che gli epidemiologi ci ripetono che la stima (R con zero) riguarda i contagi per ogni infezione confermata, non la popolazione mondiale.
      Cercano anche di spiegare che il virus è molto contagioso, ma non è Ebola, un clima da fine del mondo non mi pare evidence based.

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