NO2, PAH, PAPA

NO2 – 2 in pedice – sta per diossido d’azoto e persino l’Agenzia statunitense per la protezione ambientale – in questi ultimi anni restia a riconoscere i danni da inquinanti – ammette che non fa tanto bene alla salute.

PAH sta per idrocarburi policiclici aromatici (come sopra, rimando alla voce inglese, più completa). Il gruppo di Frederica Perera della Scuola per la sanità pubblica, alla Columbia, N.Y., e ricercatori di tre università cinesi hanno misurato la neurotossicità dei PAH emessi da una centrale a carbone di Tongliang.

Questo paragonando l’esposizione prenatale – dai PAH legati al DNA nelle cellule del sangue del cordone ombelicale – e gli indici di sviluppo cerebrale e motorio di bambini nati prima e dopo il 2002, anno della chiusura della centrale. Anche una volta eliminati gli effetti di altri inquinanti – mercurio, piombo, fumo da tabacco ecc. – la differenza resta impressionante. L’articolo è uscito ieri su Environmental Health Perspectives.

Sulla stessa rivista, ma concentrati su adulti e anziani, sono anche usciti altri dati della PAPA, la ricerca sino-americana sulla mortalità dovuta all’aria inquinata. Questa volta le città sono Bangkok, Hong Kong, Shanghai e Wuhan. Presumo che quelli di Pechino arriveranno dopo le Olimpiadi.

Sono oltre 50 pagine, ma per farsi un’idea conviene andare alle tabelle, da pag. 27 in poi. Soprattutto la tab. 2. a pagina 28, con la statistica sulle concentrazioni di inquinanti (Nota: accanto al titolo, il “CM che dovrebbe lasciar perdere le parentesi”  CM Wong, lead author, univ. Hong Kong…).

Invece venerdì a Romanengo – l’anno prossimo vado all’Odissea della valle dell’Oglio da spettatrice, vale la pena – l’aria era frizzante, il pubblico tanto e l’apicoltore Sergio Zipoli eccezionale, così come il suo miele di robinia, trasparente e  quasi incolore, appena raccolto.

“Sarà TNT?” ha chiesto Pietro Corsi rigirando stupito il vasetto.

Questo a Spoleto-Scienza, dove l’abbiamo assaggiato a prima colazione, Redi, Baers, Abbott, insomma tutta la compagine, e molto apprezzato. Il miele.  Domenica sera, tutti al concerto della London Symphony Orchestra. E’ piovuto per un attimo sul secondo tempo della seconda sinfonia di Brahms (op. 73), ma dopo un quarto d’ora i musicisti erano di nuovo sul palco e Daniel Harding ricominciava da capo.