Del panda non si butta via niente

Nella serie “coprologia”.

Dall’Ansa al Sole-24 Ore è stata accolta qua e con entusiasmo la notizia che alla 242ma assemblea dell’American Chemical Society, Ashli Brown e Candace William dell’univ. del Mississippi hanno presentato analisi delle feci di una panda e del suo compagno ospitati nello zoo di Memphis.

I loro batteri intestinali, dicevano, converte il 95% della biomassa vegetale inghiottita in zuccheri. Tali batteri si potrebbero quindi usare per ricavare biocarburanti da piante intere invece che dai chicchi di mais, in maniera pulita e conveniente.

Sarebbero ancora più efficaci dei batteri delle termiti ed essendo ospitati in mammiferi forse un po’ difficili da coltivare in vitro. Comunque le due biochimiche starebbero indagando oltre, diceva la fonte, per identificare le specie presenti e tra queste i ceppi che producono gli enzimi che digeriscono la lignocellulosa.

Ma oltre alle foglie del bambù, i panda giganti ne mangiano solo le gemme che contengono il 90% d’acqua, e dopo averle masticate ben bene. Mi sa che i ceppi da benzina verde vanno cercati più all’ingresso che all’uscita. Sempre che esistano. I panda discendono da plantigradi onnivori e sono diventati vegetariani per adattarsi a pressioni ambientali. Quando uno zoo resta senza bambù freschi, mangiano volentieri carne cruda, frutta e verdura. E ingrassano.