Miniciclot. 7.11.2011

dadi clima 2045
Cari orecchietti di pop. network,

Come tutte le redazioni (1) anche quella di radio pop chiede:
– Ma il riscaldamento c’entra o no con i disastri in Liguria?

C + C + C
Buona domanda e risposta incasinata perché le probabilità, cause ed effetti degli eventi meteo estremi sono altrettanto vari dei luoghi che colpiscono. Ma il crescendo di CO2 – vedi post di ieri – aggiunge energia/calore all’aria e al mare, aumenta per forza il vapore acqueo e accelera il ciclo di evaporazione e precipitazioni. Alluvioni che succedevano per una combinazione casuale di fattori, adesso succedono per una meno casuale: ai fattori di prima si sommano cemento, condoni a volte, e CO2.

C’entra, rispondono i mercati finanziari
Dal 2000, le multinazionali delle assicurazioni calcolano una solida correlazione statistica tra le alluvioni e l’aumento delle temperature (oggi niente ritiro dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, ondate di calore, siccità o non la finisco più).

Di Lloyds, Munich Re o Swiss Re vi fidate poco. Però dove i governi non intervengono con grandi opere, rinunciano ad assicurare le alluvioni, cioè ai soldi. Per un attacco di carità cristiana, secondo voi, o perché non trovano più i capitali per coprire le perdite degli assicuratori?

Abbiamo truccato i dati
Basti pensare al Pakistan (grazie mazzetta)ll’Afghanistan, 170 milioni di persone attorno a un fiume e ai suoi affluenti, a Cina, Brasile, Australia, Colombia ecc. l’anno scorso. In USA prima e poi Pakistan Afghanistan, Cina, Thailandia, Birmania (Myanmar), Colombia ecc. quest’anno. In Polonia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Francia ecc. è come in Italia: diminuiscono i giorni piovosi innocui e aumentano quelli che fanno danni e vittime.

Oltre a variare di suo con tempi suoi, il clima sta variando per un di più di inquinanti e gli scienziati tirano fuori metodi per calcolare se e di quanto variano anche la frequenza e l’intensità delle alluvioni/tempeste. Negli anni scorsi sono uscite ricerche sui rischi crescenti negli Stati Uniti e in Australia, cominciano a esserci anche per altre parti del mondo.

e una volta su cinque esce il 13
Un metodo – cerco di rendere l’idea – è questo: si fa un modello climatico abbinato a quello idrogeologico (sempre basato sulle leggi della fisica: idrodinamica + termodinamica) di flusso e deflusso dei corsi d’acqua locali, e si simula la sua evoluzione lungo 30, 50 o 100 anni con le emissioni gas serra dal 1800 in poi. Idem senza le emissioni e rispettivo riscaldamento.

Per una simulazione così, ci vuole una potenza di calcolo pazzesca. Grazie a migliaia di volontari che regalavano i tempi morti del proprio computer, lo hanno fatto Pardeep Pall et al. Per le alluvioni del 2000 in Inghilterra e nel Galles, trovano che le nostre emissioni ne hanno aumentato la probabilità di oltre il 20%. E’ un primo tentativo, i margini di errore sono ancora ampi.

Il sistema climatico è complicato, a turbarlo non c’è solo la CO2. Per i cicloni sul Golfo Persico nel decennio scorso, la maggior violenza e frequenza (forse, i dati mi sembrano pochi ) non sarebbero dovute tanto alla temperatura quanto alle emissioni di fuliggine e di aerosol – vedi in fondo al post di mercoledì “Poi lo si incolla?”.

Attribuzione quantificata più precisamente a parte, i rischi erano noti da un bel po’. L’aumento delle alluvioni (e altro maltempo) è collegato a quello delle emissioni di CO2 nel secondo rapporto dell’IPCC del 1996, in quello Charney del 1979 e pure in quello portato dal presidente Johnson al Congresso nel 1965 (vedi pp. 121-123).

(1) Meno quella del Giornale nel quale, una settimana fa, l’esimio prof. Franco Battaglia esibiva esemplari scelti della propria collezione privata di bufale (2). Per lo più, i lettori apprezzano:

Negavate la crisi economica. Ora negate il surriscaldamento della terra. Fra poco negherete la teoria dell’evoluzione di Darwin (già fatto, ndr) e ci direte che forse Adamo ed Eva forse erano personaggi storici.

un consiglio in amicizia: prima di scrivere, controllare che la mano sia collegata al cervello. Altrimenti si scrivono articoli come questo qui, imbarazzanti per chi li legge e per chi li scrive.

Ecc…
(2) Bufale rubate, cf. commento di Roberto.

Grazie al com. scientifico di Climalteranti.