Cozze, Prozac e premio IgNobel

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Mentre all’università Harvard fervono i preparativi per la cerimonia di consegna del premio Ignobel che si terrà il 5 ottobre, noi del comitato ci chiediamo se ritirare quello per la biologia assegnato nel 1998 a Peter Fong, del Gettysburg College, in Pennsylvania.

Il professor Fong – come scordarlo? – aveva scoperto che con un po’ di fluoxetina (Prozac) nell’acqua del loro bacino d’allevamento, le cozze andavano in calore – si fa per dire – nello stesso momento. Così si riproducevano insieme, le figlie raggiungevano insieme la dimensione giusta per essere messe in commercio, la raccolta si concentrava in pochi giorni e si risparmiava sulla mano d’opera. Il Prozac faceva bene: favoriva la riproduzione. 

Ora si scopre che buona parte del Prozac consumato dagli americani viene eliminata nell’urina, finisce nei corsi d’acqua e nei laghi dove stimola le cozze selvatiche a figliare larve premature che non sopravvivono. Lo hanno dimostrato gli esperimenti che Rebecca Heltsley dell’Hollings Marine Laboratory a Charleston (Virginia) ha presentato al convegno dell’American Chemical Society che si sta tenendo a San Francisco. Secondo la ricercatrice, ciò spiegherebbe che in un decennio il 70% delle 300 specie di cozze d’acqua dolce si sia estinto o ridotto al lumicino.