Allarmi

Il rapporto consegnato al governo britannico da Nicholas Stern, della New Economics Foundation, non è così allarmista come scrivono oggi i quotidiani. Un 20% di calo del prodotto mondiale lordo è la percentuale meno probabile del suo modello. Quella più probabile, c’è scritto (anche perché è già così) è la perdita di un 1% annuo per “eventi climatici estremi”.
Tra poco in USA ci sono le elezioni e, a Nairobi, il vertice mondiale sul clima, che l’allarmismo sia di stagione?

Sul prossimo numero di Climatic Change, Paul Crutzen – Nobel 1995 per la chimica dell’atmosfera  – propone esperimenti per calcolare quante particelle di zolfo bisognerebbe mandare nella stratosfera per raffreddare la temperatura globale di 0,5°C come era successo con l’eruzione del vulcano Pinatubo nel 1991.

Scrive di essere preoccupato per le emissioni di gas serra che continuano ad aumentare e per l’inerzia dei politici. Teme che un giorno ci sia bisogno di “contromisure disperate” e vorrebbe che fossero studiate quelle efficaci tra le poche a disposizione.

Non mi aspettavo che Crutzen cambiasse idea. Finora era contrario a ogni tentativo di geoingegneria.