Visto che si chiama “Giornata mondiale dell’ambiente”

è il momento di pensare su scala planetaria.

Sui Proceedings of the National Academy of Science Ken Caldeira, della Carnegie Institution all’università di Stanford, California, e Damon Matthews dell’università Concordia a Montreal, hanno simulato gli effetti degli interventi per raffreddare il clima bloccando le radiazioni solari, per esempio mandando in alta quota migliaia di ombrelloni o tonnellate di polveri. Entro pochi decenni, secondo Caldeira e Matthews, riporterebbero alle temperature che c’erano prima della rivoluzione industriale.
Allora cos’aspettiamo?

Be’, momento, prepariamoci, ma teniamo gli interventi di riserva perché se ci facciamo affidamento e poi falliscono, o vengono interrotti, per la nota legge del boomerang, la situazione peggiorerebbe di colpo, dicono i due, con aumenti di temperatura fino a venti volte superiori a quelli recenti.

Il controllo climatico attraverso mega-opere di “geo-ingegneria” era roba da fantascienza. Poi l’estate scorsa Paul Crutzen – premio Nobel per la chimica dell’atmosfera e autore di Benvenuti nell’Antropocene (Mondadori) – ha scritto un articolo che le ha dato legittimità. Adesso si prende sul serio abbastanza da fare modelli fisico matematici di previsione, non abbastanza da fare un preventivo economico.

Quindi possiamo star tranquilli, è ancora fantascienza.