La scarsa conoscenza delle dinamiche e degli effetti delle nubi basse e alte ci sta creando un sacco di divergenze tra i modelli del clima, mi diceva un anno fa Antonio Navarra. Il vantaggio dell’ignoranza è che suscita tanti progetti che mirano a ridurla. Per scettici e non, metto sotto quelli più recenti così ne possono tener d’occhio i risultati:
Aeronomy of Ice in the Mesosphere, missione spaziale partita in aprile (bel sito, no? Gli altri potrebbero provare a emularlo)
Tropical Composition, Cloud and Climate Coupling (TC4) che inizia la settimana prossima
Cloud Feedback Model Intercomparison Project (CFMIP)
Cloud System Study, parte del Global Energy and Water Cycle Experiment
e poi c’è il famoso “A-Train”, un convoglio internazionale che continua ad allungarsi. Finora era formato dai satelliti Aura, Aqua e Parasol, il quale in realtà è un subtrenino di minisatelliti chiamato Myriade. Adesso si sono aggiunti Calipso e CloudSat che lavorano in tandem.
L’anno prossimo li raggiungerà l’Oco – sic, me l’avevano detto di registrare il marchio… – che misurerà le concentrazioni di CO2.
Forse ne ho dimenticato qualcuno, ma il sito della NASA che dovrebbe fornire gli aggiornamenti è in coma da due anni. E siccome pur di far dispetti al presidente, il Congresso americano sta approvando il finanziamento di altre ricerche ancora, faccio una previsione io: nel 2009 i dati saranno così tanti che serviranno nuovi megacomputer – e finanziamenti – o non si capirà più niente.
Infine, a proposito di computer e informatica, sul sito del Cmcc (il Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici diretto dall’Antonio Navarra di prima), c’è un’offerta di lavoro che potrebbe interessare qualcuno di voi.