Sul New York Times di oggi, Carl Zimmer fa un “profilo di Martin Nowak, un bio-matematico, direttore del programma di dinamiche evoluzionistiche a Harvard, che utilizza le teorie dei giochi unite a quella dei grafi per studiare la cooperazione. Cioè come mai un individuo ci rimette del suo pur di procurare un vantaggio a un altro. La studia in svariati contesti: tra cellule in un tessuto, tra specie in un ecosistema, tra le persone in una società.
L’avevo intervistato anch’io perché trovo i suoi lavori insoliti, convincenti anche se non ne capisco la matematica, pieni di idee e punti di vista stimolanti. E poi mi piace l’accento viennese che trapela dal suo inglese e poi è spiritoso (1).
Dall’articolo di Zimmer, risulta che Nowak collabora con la Divinity School di Harvard in un progetto intitolato “Evoluzione e teologia della cooperazione” per aiutare i teologi a capire cos’è l’evoluzionismo e come spiega l’esistenza dell’altruismo fra gli esseri umani e altre creature, cioè quel comportamento morale che, stando ai creazionisti, dimostra che l’evoluzionismo è sbagliato. Nowak, che almeno in pubblico non dice di essere ateo, suggerisce ai teologi di considerare l’evoluzionismo come “la descrizione delle leggi di natura scelte da Dio per dispiegare la vita”.
(1) Racconta barzellette, vedi post successivo.