Medaglie per Rita e Nina

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Questa signora felice è Rita Colwell, microbiologa americana (figlia di emigrati campani analfabeti, ma il padre, calzolaio, sapeva contare) dal 1998 al 2004 direttore della National Foundation, ora presidente dell’Istituto americano per le scienze biologiche.

Specialista delle interazioni tra virus, plancton e batteri, e del vibrione del colera in particolare. Fra le sue ricerche su tecniche accessibili ai poveri per controllare le epidemie, una delle più belle è stata sull’efficacia dei vari metodi per filtrare l’acqua. Con 30 mila volontari reclutati nel Bangladesh, aveva dimostrato che pezze di sari vecchi, ripiegate 4 volte, erano più efficaci dei sistemi high-tech e che alle organizzazioni umanitarie conveniva distribuire filtri usa e getta per il caffè.

Oggi il presidente Bush le appunterà sul petto la National Medal of Science 2006. E lei si morderà la lingua per non dirgli cosa pensa dei suoi miliardi per armi e guerre e dei suoi spiccioli per la sanità pubblica. Per il resto, chi l’ha conosciuta a Genova, l’anno scorso era al festival della scienza, sa quant’è simpatica. Prossima tappa, il Nobel?

Record di donne, fra le National Medals 2006 c’è anche la biologa molecolare – specialista in ormoni delle piante – Nina Fedoroff della Penn State University. Per compensare gli anni dal 2002 al 2005 senza neanche una.

Altro tipo, Nina Fedoroff.

Dirige un laboratorio universitario e non le sembra un conflitto d’interesse essere al contempo retribuita come membro del consiglio d’amministrazione della Sigma-Aldrich che vende materiali e strumenti per la ricerca in biologia. Comunque adesso si dimette perché è stata nominata consulente scientifica di Condoleeza Rice al Dipartimento di Stato. La sua prima dichiarazione è stata: “Accetto, anche se è un sacrificio, lo stipendio è metà di quello che prendo adesso.” Be’, sincera.