Su Le Monde di ieri, Saif Al-Islam, il figlio di Gheddafi in vacanza in un palace di Nizza con le sua corte, spiega com’è andata la trattativa per liberare i “Sei di Tripoli”, le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese, oggi anche bulgaro, che secondo lui erano comunque innocenti.
Più dei viaggi di Madame Sarkozy o della centrale nucleare che il governo francese fornirà (produrrà elettricità da vendere all’Italia, alla Libia non serve, ha gli idrocarburi) sarebbe stata decisiva una megafornitura di missili anticarro francesi.
E i 400 milioni di dollari che la sua fondazione ha versato alle famiglie come “risarcimento”, chi glieli ha dati? “I francesi hanno sistemato la cosa, non chiedetemi come”.
Nelle sue memorie Richard Holbrooke, l’inviato di Clinton nell’ex Jugoslavia, scrive una cosa tipo “per salvare le vittime, con chi trattare se non con il loro boia?”. Sì, certo…