Giovedì scorso, su Nature usciva un’altra puntata della “nube bruna”, spessa tre chilometri che per circa metà dell’anno copre con le sue polveri parte del sud-est asiatico e dell’Oceano indiano. Veerabhadran Ramanathan e i suoi colleghi all’università della California-San Diego, scrivevano che in generale la nube raffredda l’atmosfera, come previsto, ma sotto aumenta l’effetto della radiazione solare del 50%. Il che suggerisce che l’idea avanzata dai fautori della “geo-ingegneria”, detta anche “macromanagement ambientale”, di frenare il riscaldamento del clima sparando particelle in aria andrebbe studiata un po’ meglio.
Mentre s’aspetta, c’è chi si candida a geoingegnere, con l’idea di coprire il 10% degli oceani con “neve artificiale” (un polimero). E’ William Johns della Chemcept Ltd, scettico sui motivi del riscaldamento globale, ma molto fiducioso nella sua “soluzione”. D’altronde vendere soluzioni è il suo lavoro e se non avesse fiducia nel prodotto…
E’ anche l’inventore di “Tomorrow’s prices”, un sistema con cui diventare miliardari giocando in borsa…