Vi avevo segnalato il numero di Homeopathy dedicato alla memoria dell’acqua, ma pigri come siete, mica siete andati a vederlo. Così vi siete persi la ricerca durata “un decennio”, di Vittorio Elia ed E. Napoli (che non conosco), del dipartimento di chimica all’univ. Federico II, e Roberto Germano (1) di Promete, una spin-off dell’Istituto nazionale di fisica della materia.
Homeopathy è gratis su Bad Science, il sito di Ben Goldacre. La lascio al vostro diletto, meno questa “Memoria dell’acqua: un enigma quasi decifrato. Strutture dissipative in soluzioni acquee estremamente diluite”.
Il succo è in questo paragrafo: “E’ importante sottolineare che dagli studi condotti finora, non possiamo derivare informazioni riproducibili in merito all’influenza dei diversi gradi di diluizione omeopatica, o della natura del principio attivo sui parametri fisico-chimici misurati. Per questo motivo, i dati sperimentali riportati sulle figure non sono forniti in termini di diluizioni omeopatiche o con il nome della medicina omeopatica.” Corsivo mio.
In altre parole: “E’ importante sottolineare che questo non è un articolo scientifico: manca l’unico dato che consentirebbe di replicare le nostre misure per confermarle o smentirle.”
In tutto quel dispiegamento di mezzi, metodi e referenze, c’è un’altra assenza carina. Manca il “controllo”, un campione d’acqua bidistillata pura sottoposto alla stessa succussione degli altri e sul quale siano state effettuate le stesse misure. O con diluito del sale da cucina.
O sciroppo di menta. O caffè. O…
(1) autore di Fusione fredda. Moderna storia d’inquisizione e d’alchimia (Bibliopolis 2003) e Aqua. L’acqua elettromagnetica e le sue mirabolanti avventure (idem, 2007). Entrambi altrettanto divertenti del suddetto articolo.