Geneticamente equi

Sui PNAS di ieri Bjorn Wallace, David Cesarini, Paul Lichtenstein e Magnus Johannesson, i primi tre economisti dell’MIT e dell’università di Stoccolma e l’ultimo un biostatistico dell’istituto Karolinska, pubblicano “Sull’ereditarietà del comportamento di risposta al gioco dell’ultimatum”.  E’ un gioco di coppia: uno riceve un tot, all’altro deve offrirne una percentuale e se quello accetta, il primo si tiene il resto, altrimenti lo perde.

Gemelli omozigoti ed etero (correzione di Paola, grazie) giocavano per soldi veri, e ne risulterebbe che il senso dell’equità – al punto di rinunciare a una spartizione troppo disuguale del denaro, per cui i due giocatori restano a mani vuote – ha una forte componente genetica.

C’è una nota interessante, ipotizza una selezione “stabilizzante” per i geni dell’equità dopo il Pleistocene.

Cesarini, il “corresponding author”,  s’era pure lui occupato di natalità in Svezia, per dimostrare che per una madre tardiva non era più rischioso fare un figlio che una figlia, contrariamente a quanto calcolato in precedenza da altri ricercatori. M’aspetto che gli rendano pan per focaccia.

(Un altro articolo a libero accesso interesserà chi vuol estrarre cellule staminali umane da un embrione clonato in un ovulo di mucca.)