Monty Jones a concludere Kyoto in bellezza

L’anno prossimo il Giappone prende la presidenza del G8, così si spiega meglio la partecipazione all’STS forum di politici e industriali. Questi, li avevo un po’ ignorati, invece ce n’erano tanti nella parte “innovazione”.

In nanotech e microelettronica, si discuteva di strategie e tattiche per aggirare la legge di Moore, di “film”, organic computing ecc., poi c’era il igo ICT con Google, Yahoo e le supergrid, butto tutto lì, ma ci sarebbe voluto Filter. Forse anche per chiacchierare al posto mio con A. Bly di Seed e degli Science blogs.

Più interessanti delle auto “pulite” e delle “innovazioni per piccoli passi incrementali” della Toyota, c’erano i progetti di General Electric per il risparmio e l’efficienza energetica, e quelli, in parte già realizzati di Rio Tinto, per la robotizzazione e il controllo in remoto, la sostenibilità ecologica (sic, un giorno se riesco, vado a controllare sul posto da qualche parte) dello sfruttamento delle miniere, del trasporto e della lavorazione dei minerali.

In particolare di rame, visto che entro il 2020 avremo superato il consumo di rame dell’umanità da quando è uscita dall’età della pietra fino al 2000. Il capo di Rio Tinto descriveva scene da Io, robot di Asimov: sciami di robot, come formiche, a penetrare nelle montagne e a sventrarle e poi a ricostruirle…

Tra gli altri, oggi sono intervenuti anche la ministra per la ricerca dello Zimbabwe, a dire quanto il suo governo ha fatto per educare la popolazione all’agricoltura moderna e invitare gli stranieri a investire nel suo paese (in Mugabe?). E poco dopo, il ministro degli interni del Sudan, fra i cui compiti c’è la protezione della “wildlife” e del territorio, ma non delle popolazioni del Darfur contro i janjaweed, si presume.

Ha invitato il prossimo Forum, che fra i temi ha “la ricerca dell’armonia con la natura”,  a tener conto della “dimensione spirituale  sufi, un ramo dell’Islam che aveva lezioni da dare a tutti”…

Per fortuna era anche la giornata del grande fitogenetista Monty Jones, Sierra Leone, adesso capo del forum interafricano per la ricerca agronomica. E’ il creatore del Nerica, un ibrido di riso fatto per le colline e i suoli dell’Africa centrale che rende in media un 40% in più delle altre varietà, e World Food Prize 2004 – lo metto fra i miei santini appena sotto Gurdev Khush (insuperato)

Per la colazione fuori, oggi erano aperti i giardini – pietre, bambù e alberi rari, sentieri de ponticelli di travi grigie, niente fiori, insieme rigoglioso e minimalista – attorno al palazzo dei congressi. Tempo coperto, molto umido e caldo.