Ilena e i Neandertal dai capelli rossi

La notizia è sulla copertina di Science che esce domani, immagino che sarà su tutti i quotidiani. Anche perché alla ricerca ha partecipato il gruppo di David Caramelli, all’università di Firenze, il meglio qualificato per analizzare Dna preistorico, fragile, a rischio di contaminazione ecc. e ha trovato in quello nucleare ricuperato da reperti fossili dei Monti Lessini, vicino a Verona, e della Cava El Sidron, nelle Asturie, la stessa variazione del gene MC1r per la melanocortina, che si traduce in pelle chiara e capelli rossi.

Insieme alle ricerche uscite in queste settimane, comincia a rispondere alle domande che si poneva Wislawa Szymborska nelle Letture facoltative (Adelphi), e Svante Paabo quando s’è imbarcato nel sequenziamento di quel genoma pur sapendo che i campioni potevano dimostrarsi troppo malconci.

Quanto ci somigliavano i Neandertal? Ridevano, parlavano, piangevano come noi?

Parecchi anni fa, una genetista inglese aveva ipotizzato che gli scozzesi discendessero dai Neandertal proprio per una maggior frequenza dell’allele per i capelli rossi. Ilena, una giovane dai riccioli di fuoco che lavora in un ufficio al pianterreno e illumina la strada al suo passaggio, dice che non le spiacerebbe, anzi “l’idea è carina”. Agli scozzesi non era piaciuta per niente.

Scrivo Neandertal senza la H per par condicio, non ho ancora capito se ci va o no.