I patogeni, i maiali e il poeta

Due bei articoli sull’Economist. Il primo parla di ricerche francesi e canadesi sulla vulnerabilità innata a certe infezioni da virus, batteri e altri parassiti. Buchi nel sistema immunitario, geni che non producono la molecola necessaria, molecola eventualmente da usare per terapie.

Il primo riguarda il lab di Laurent Abel et Jean-Laurent Casanova, Ecole de Médecine Necker a Parigi; Alain Dessein, Immunologie et Génétique des Maladie Parasitaires INSERM U399; Philippe Gros, università McGill, Montréal.

Il secondo riguarda l’ennesima mutazione dello stafilococco aureo per cui resiste alla tetraciclina – l’antibiotico abusato negli allevamenti di maiali – e contagia anche gli esseri umani (l’animalista che non pensa “ve l’avevo detto, io” alzi la mano).

Insieme, gli articoli si collegano al premio Balzan per l’immunità innata, alle scoperte su quella “adattativa” che si acquisisce via via, magari beccandosi un’infezione via l’altra all’asilo nido come Mattia, il figlio di Elisabetta Tola.

Mettendo insieme anche cose lette in epigenetica, metagenomica ecc. sembra esserci una visione meno dirigista dei geni rispetto a dieci anni fa. Sembra anche apparire una costante nel caos di dati, legami preferenziali tra noi e altre specie, per antenati comuni, coevoluzione, coabitazione. Come se la genetica  fosse diventata meno provinciale e le facesse bene.

Magari è solo un’eclisse del pensiero lineare e m’illudo, da “patterner” come diceva Wallace Stevens in Connoisseur of Chaos, sempre lì ad assegnare forme alle nuvole.

Elisabetta è una collega eccezionale – www.formicablu.it – che sentite troppo poco a Radio3-Scienza e ogni settimana in Pigreco Party, su Città del Capo, una radio di Bologna e di Popolare network.

E a proposito di radio, Massimo Rebotti non vuol più dirigere Popolare Milano, la molla come un vecchio calzino, è un… è una… è un gesto inqualificabile. Sono in lacrime in gramaglie in… e insieme già felice all’idea della sua prossima impresa, intelligente di sicuro, proprio come lui, qualunque essa sia.
A risentirci, direttore.