L’uranio e la carota

In acqua l’uranio si combina con l’ossigeno in un ione uranile e da quel momento non c’è verso di legarlo ad altri elementi (non è reattivo), perciò è difficile eliminarlo dalle acque e dai terreni. Ma su Nature, il gruppo di Polly Arnold – univ. Edimburgo – descrive il modo per catturarlo. Katherine Sanderson, nel suo commento, parla di possibile applicazione alla bonifica dei siti contaminati.

A me la ricerca di Polly Arnold fa venire in mente quella sull’uranio impoverito di Randall Parrish, univ. Leicester. Lui ha raccolto la pipì di chi abita vicino a fabbriche di armamenti, di reduci, di studenti e – usando l’MC-ICP, una spettrometria di massa che ha reso più precisa – nelle prime due ha trovato traccia di polveri d’uranio impoverito che in certi casi risalivano al 1987. (Da leggere qui)

Questo mentre le FF AA e altri scienziati dicevano che non era possibile rilevarlo nell’organismo per cui non era dimostrabile che fosse cancerogeno…
Che cosa succede all’uranio impoverito che si lega all’acqua nell’organismo?

O(omissis)M

Una carota appositamente sviluppata è stata prodotta per aiutare la gente ad assorbire più calcio. Ricercatori del Texas A&M (University, ndt) AgriLife’s Vegetable and Fruit Improvement Center hanno studiato l’assorbimento di calcio negli esseri umani che mangiavano la carota e trovato che l’assorbimento era raddoppiato. La ricerca, compiuta in collaborazione con il Baylor College of Medicine di Houston, significa che aggiungere quella carota alla dieta può aiutare a prevenire patologie come l’osteoporosi.

Sic. Il seguito sui PNAS on lineSul sito della Texas A&M, la carota è detta “modificata” e mai “geneticamente modificata”, omissione interessante. Comunque aiuterebbe poco, ammette Jay Morris, il suo ideatore:

la dose quotidiana di calcio dev’essere di 1.000 milligrammi, mentre 100 gr di quelle carote forniscono solo 60 milligrammi di cui un 42% assorbibile.

Contro l’osteoporosi ce ne vorrebbero quattro chili al giorno.