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Steven Haffner dell’università del Texas,

un peer-reviewer del New England Journal of Medicine, ha violato le regole di confidenzialità e fatto avere un articolo negativo su un farmaco (Avandia, contro il diabete, accrescebbe il rischio di incidenti cardiaci, ndt) alla GlaxoSmithKline che lo produce, settimane prima della pubblicazione.

Come mai?

Perché l’ho mandato è un mistero, in realtà non lo capisco, non mi sentivo bene, ho fatto un errore di giudizio.

L’ha fatto sentire meglio faxare l’articolo ad Alexander Cobitz della GlaxoSK, conosciuto in occasione una propria ricerca sull’Avandia (rosiglitazone) la quale indicava “effetti potenzialmente benefici sul rischio cardiovascolare generale”.

Ieri con qualche ora d’anticipo Nature ha tolto l’embargo su questa sua indagine, che esce sul numero di oggi, perché Charles Grassley – della commissione finanza del Senato – aveva distribuito alla stampa una propria lettera al presidente della Glaxo.

Charles “Chuck” Grassley è repubblicano, eletto nell’Iowa. Steven Haffner è membro dello “speakers’ bureau” di AstraZeneca, GlaxoSK, Merck, Pfizer. Sulla funzione degli speakers – conferenzieri retribuiti – rimando alle inchieste di Lisa Cosgrove, univ. Massachusetts e Sheldon Krimsky, univ. Tufts.

E per favore niente pensieri maligni sulle campagne contro l’ipertensione o contro l’obesità…