La settimana scorsa su New Scientist, Anne Campbell, univ. Durham, recensiva il libro di Susan Pinker, The Sexual Paradox: Troubled boys, gifted girls & the real difference between the sexes. Il titolo inglese corrisponde al contenuto del libro megli di quello americano (The Sexual Paradox: Men, Women and the Real Gender Gap).
Dopo averne criticato il determinismo genetico un tantino semplice, Campbell concludeva “Forse dobbiamo fermarci, riflettere e digerire prima di di annunciare ancora una volta di aver scoperto la vera differenza tra i sessi.” Parlava di cervello.
Vedi anche la recensione di Emily Bazelon sul NYT.
Comunque Susan Pinker cita i risultati migliori ottenuti dalle donne alla laurea e al dottorato, nella stragrande maggioranza delle materie scientifiche. Esattamente come nell’Unione europea, vedi She Figures 2006.
Differenze reali
Oltre a quelle per così dire visibili o tangibili, l’altra differenza vera – stando a una ricerca ripresa anche da Ulisse – sta nelle sette ore settimanali in più di lavoro casalingo, che ci toccano se viviamo con un uomo. Lui invece risparmia un’ora rispetto a quando vive da solo e questo è curioso: implica un’efficienza o una trascuratezza maschile sette volte maggiore?
In attesa che la nuova puntata di uno studio ormai quarantennale, questo diretto da Frank Stafford, univ. Michigan, sia messa sul sito del Panel Study of Income Dynamics, escono dati suggestivi. Tuttavia, negli Stati Uniti la situazione sta migliorando. Nel 1975 le mogli americane facevano 26 ore di lavoro casalingo, e 17 nel 2005.