Per Piergiorgio e gli altri amici apicoltori

Stati Uniti: la crisi non è mica finita, le ricerche del colpevole proseguono, anche se stando a rilevamenti degli Ispettori americani degli apiari, il killer n. 1 è il “virus israeliano da paralisi acuta” (IAPV).  Colpisce innanzitutto le colonie già infestate da varroa, o afflitte da nosemiasi (diarrea).

Un mese fa – scusate il ritardo – all’università della Virginia, il gruppo di José Fuentes ha calcolato che il profumo dei fiori si diffonde a distanze dimezzate dall’inquinamento dell’aria – ozono a bassa quota, principalmente, poi scappamenti, centrali termiche ecc… Così le api devono affidarsi soprattutto alla vista, volano più a lungo in cerca di nettare, ne raccoglierebbero meno, sarebbe esauste ecc… Vi convince?

Italia: Stefano Maini, entomologo del dipartimento di scienze e tecnologie agro-ambientali all’università di Bologna, segnala che a Napoli il ministro Tremonti, citando esempi di sperpero e spese poco serie, è partito dalla “A come apicoltura”. Quindi i due milioni di euro previsti nella finanziaria 2008 e già decurtati perché dovevano essere tre, compenseranno i mancati introiti da ICI e tasse sugli straordinari.
Maini dirige il Bulletin of Insectology, gratis on line.

Francia: le perdite invernali sono nella media naturale (11%), la produzione dell’anno scorso è lievemente diminuita (di 2 mila tonnellate), per via delle condizioni meteo. Gli apicoltori attribuiscono la ripresa al divieto di Gaucho, Regent e Poncho. Contano di ottenere quello del Cruiser, oggi sotto sorveglianza, e responsabile della morte di 40.000 colonie in Italia, secondo Henri Clément, il presidente della federazione nazionale. E dice che continua la mobilitazione contro gli Ogm.

Germania: dall’inizio di maggio c’è una moria di api nel Baden-Wuerttemberg, colpa del Poncho dicono gli apicoltori.

Giappone: un amico di Kyoto mi scrive di un pessimo inverno nella metà sud del paese e manda un link, ma il sito è in giapponese!