Ieri sera chiama Radio pop. So qualcosa della centrale di Krsko? No. L’ultima volta che mi sono un po’ aggiornata sul tema era nel 2006, ventennale di Cernobyl. Ricordo solo, dico ed è la prima madeleine, che la Slovenia fa parte dello European Community Urgent Radiological Information Exchange.
“Ecurie”: l’acronimo significa scuderia ma anche stalla in francese, e lo scambio d’informazione avviene quando, in italiano, i buoi, o le curie di Marie, sono scappati. Una perdita di liquido dal circuito di raffreddamento primario non dovrebbe allarmare, non ne scappa una nube radioattiva, dico al collega, però posso informarmi.
Ho venti minuti. Il tipo di centrale, la data di messa in attività, il costruttore mettono in moto le associazioni d’idee. Nel 1996 per l’Unità e Radio pop ero andata a Cernobyl con Legambiente, a distribuire cibi non contaminati nel secondo cerchio, quello non evacuato, avevo letto parecchia documentazione.
Seconda madeleine: in inglese quella perdita si chiama Loss-Of-Coolant Accident. Loca, pazza in spagnolo e l’oca, ovvio che mi torni in mente come Ecurie, insieme a una stima dei rischi d’incidente proprio nei PWR costruiti negli anni Settanta.
Non era vero, diceva il rapporto della Nuclear Regulatory Commission statunitense, che quei reattori duravano 40 anni, perché in meno di 20 era iniziato a screpolarsi l’acciaio dei tubi dove acqua e acido borico circolano sotto pressioni elevatissime e temperature idem. Le Locas erano più frequenti, insieme e anche il rischio di meltdown che l’inefficienza del raffreddamento implica.
Bisogna chiudere il reattore, cercare la falla, mica facile quando i tubi son tutti “brittle”, friabili. Nella centrale di Korsk lo sono da un decennio, concludo all’incirca ieri sera, meno male che è già spenta.
Stamattina, dalle 7 alle 8.30 black-out nel caseggiato e in quello accanto. Ne discutiamo al bar sotto, un cliente lo collega all’incidente. Prima che qualcuno (l’Enel?) riaccenda la centrale, concludiamo, sarà il caso di chiedere ai concorrenti della Westinghouse un parere sui risultati dei sopralluoghi.
Ho appena finito di leggere Proust and the Squid di Maryanne Wolf (Harper Collins, 2007) e cominciato Proust era un neuroscienziato di Jonah Lehrer (Codice 2008).