Se fossi in te

E’ il titolo dell’articolo di Valeria Petkova e Henrik Ehrsson del Karolinska, uscito su PLoS One, sottotitolo: “Perceptual illusion of body swapping”. Chiunque si sia mai posto la domanda “il senso di identità ce l’abbiamo in mente?” o “da dove viene l’autoconsapevolezza” e ha ipotizzato una qualche proprietà emergente del cervello, sede della coscienza dopotutto, resterà sbalordito.

Dipende da quanto gli stimoli esterni collimano con quello che vediamo. Con un’illusione prospettica e qualche sollecitazione sensoriale, volontari sani  si percepiscono nel corpo di un altro, o addirittura in quello di un manichino.

Ai fan di Frank Herbert, ricorderà l’Esperimento Dosadi.
Se ne discute parecchio, cf. per es. Not exactly rocket science; Greg Laden; Neurophilosophy ecc.

Anti-credulite
Visto che sono su PLoS One, c’è una ricerca di Jean-Philippe Coppé et al. del gruppo di Judith Campisi fatta apposta per rovinare notizie su come la scienza ci sta per allungare la vita che piacciono tanto alla Stampa. L’articolo è scritto in uno stile meno brillante del precedente e convoca i soliti sospetti (il gene tuttofare P53).