Futuri

Credono che la ricerca possa risolvere alcuni problemi, ambiente – sicurezza – energia, e investono 250 milioni in nuovi centri e circa 2.000 dottorati.  Credono che le università non siano fatte per rincretinire e controllano i voti assegnati nelle materie scientifiche. In Gran Bretagna.

Troppo salati
Su Science, c’è una prospettiva di Jelte Rozema, Vrije univ. Amsterdam, e Timothy Flowers, univ. Brighton e univ. Western Australia, sulla salinità crescente dei suoli in tutto il mondo, per cui servirebbero piante adatte.

“L’evoluzione della vita vegetale,” scrivono, è iniziata 3 miliardi di anni fa negli oceani.” Oggi, invece, “soltanto l’1% delle specie terrestri è in grado di riprodursi nei siti salini delle coste o dell’entroterra”. Si potrebbe utilizzarne i geni  per migliorare le varietà destinate all’alimentazione umana e animale, o a biocarburanti, visto che le rese diminuiscono non soltanto nei paesi poveri, ma anche in California, mentre la popolazione mondiale aumenta.

C’è anche una “Guida completa alla riparazione degli organi” che introduce lo speciale in cui Science, come Nature ieri, fa il punto sulle cellule staminali.

Meglio nascere ricchi
Sul Journal of Cognitive Neuroscience, uscirà una ricerca di Mark Kishiyama e il gruppo di Robert Knight, univ. California Berkeley, sull’attività della corteccia prefrontale in bambini poveri e ricchi di 9-10 anni. Nessuna novità: è minore nel cervello dei bambini poveri.