S. Saerfini scrive a me e a Mauro di Pikaia.
E’ in un circolo chiuso. Crede di liquidare gli autori citati con una nota da attenta scolara? Di tutti, magari, prendere soltanto la parte integrabile al paradigma darwiniano, evitando accuratamente l’aspetto critico, che da solo costituisce una storia alternativa della biologia? D’Arcy Thompson, come Lima-de-Faria, come anche Belousov e i suoi studi sulle graminacee, sono alla base della biologia della forma che rimonta a von Baer, non a Darwin. Poi è facile dire – come fanno Pievani e Boncinelli, in agitazione per gli articoli di Piattelli-Palmarini – che ciò che contraddice “in realtà fa parte della teoria che si evolve”. Mai sentito parlare delle “spiegazioni ad hoc” di Karl Popper? Paterson rappresenta, come ciascuno di quegli autori, una spina critica nel fianco del paradigma evolutivo neo-darwiniano per selezione, ed è inutile nascondersi dietro lo “smascheramento” dell’ID (cos’è, Diabolik?) per far finta di niente. Per lui – che si dichiara “agnostico” riguardo al paradigma – I gruppi parafiletici estinti vengono disonestamente usati, in luogo delle “forme transizionali” nei ragionamenti evoluzionistici, in mancanza di prove reali.
Un cambio di paradigma non riguarda i dati, ma il modo di interpretrali.
Omissis: la parte su Blavatskaja, Aldous Huxley, Malthus.
Quanto a Lima-de-Faria, oltre ai Nobel c’è il tempo galantuomo, e la scienza seria come la biologia molecolare che ha confermato tutte le sue indicazioni di trent’anni fa, quando i giornalisti come lei se la ridevano appresso ai cattedratici up-to-date di cui nessuno ricorda più molto.
L’oca risponde:
L’economista, il letterato e l’invasata, glieli lascio per competenza. Ha visto cos’ho combinato nella prima risposta? Davo del razzista a Imanishi solo perché era citato in un saggio su Mishima. V
eniamo alla scienza, agli scienziati e qui… “You do shoot yourself in the foot and further up as well, don’t you?” per dirla con il poeta.
“parte non integrabile al paradigma darwiniano”
Lei non sa che tante ipotesi di Darwin non sono né integrabili né integrate nel paradigma? O non sa che Darwin ci ha contribuito? O non ne sa la storia?
Lima-de-Faria
Ricordo i suoi lavori su Dna, omologie cromosomiche ecc. e di esserne stata entusiasta. Se mi dimostra il contrario mi fa un favore. Sa, la memoria… La critica alla sua ipotesi auto-evoluzionistica non è solo che dettava condizioni verificabili in vitro ancora da verificare dopo 20 anni – se crede che nessuno ci abbia provato, è un ingenuo – ma che resta da collegarle a quelle in vivo, degli organismi nel loro ambiente. (h/t Dick Lewontin.)
“biologia delle forme” – morfogenesi
Risale ai Greci. Mi sono fermata agli scienziati che lei nominava, nessuno dei quali è anti-evoluzionista. Meno Belousov forse, ma ne dubito visto che rifiuta di citarne un paper.
“forme transizionali” mancanti
La sua cosiddetta spina nel fianco è la delizia dei ricercatori. Quei bambinoni la tiran fuori per far scoppiare il palloncino del “God of the gaps” di creazionisti e di imitatori* che lo travestono da “gruppo parafiletico”. Prudenti, entrambi fanno come lei: non citano neanche un fossile rimasto fuori dal gruppo per paura di trovarlo incluso l’indomani, con foto sulla copertina di qualche rivistucola come Science o Nature.
* Non parlo di Colin Patterson, un ricercatore la cui specialità sono i fossili fuori dal gruppo. Sarà per questo che i creazionisti cercano sempre di incastrarlo?
“cambio di paradigma”
Ussignùr. A cambiarlo sono concetti, metodi e strumenti nuovi che consentono di smistare le interpretazioni valide dai vaneggiamenti. Cioè la ricerca lontana dai dibattiti sul sesso degli angeli.
Un consiglio
Se vuole demolire la teoria dell’evoluzione, non si dia la pena di rimasticare Popper e mandarlo giù con un sorso di Kuhn mentre legge l’ultimo saggio di quel signore che collabora ad Astra. Le basta “trovare un solo coniglio fossile – Oryctolagus cuniculus ndt – del pre-Cambriano,” per dirla con J.B.S Haldane. Troppo faticoso e si rovina le mani?
Confronti i geni dello streptococco stafilococco aureo (grazie Weissbach) degli anni Sessanta con i geni di quello attuale e mostri che sono identici, niente mutazione, niente evoluzione, niente resistenza alla penicillina.
Preferisce lavorare in casa?
Dimostri che i dati di Lenski sull’E.coli sono falsi, li trova comodamente in rete.