Per Carnevale VI

Mentre a Roma presidenti, papaveri e pievani inauguravano la mostra Darwin 1809-2009 in migliaia di metri quadrati dell‘Auditorium Palazzo delle Esposizioni (grazie porph!) nello scantinato della Casa della cultura a Milano, l’Unione atei agnostici razionalisti ospitava il dibattito su Evoluzione della specie e intelligent design (ID): tra etica, ricerca scientifica e fede. I romani non sanno cosa si sono persi.

Sul palco, per l’ID
– Stefano Giliberti, ing. elettrotecnico, dell’Associazione creazionismo.org per lo Studio delle Origini
– Ferdinando Catalano, ex fisico all’università del Molise, oggi insegnante in forse tuttora direttore di una scuola e collaboratore dell’Archeologia misteriosa (correzioni 19.02, grazie prof. Catalano.)
– Fabrizio Fratus, ex dirigente della Fiamma tricolore, ex segretario dell’on.le Santanchè, sociologo in proprio, membro dell’associazione www.narkas.it e della rivista Sintesi (notare il logo), autore di numerosi saggi come Comte-DIO-Darwin, Evoluzionismo e società, Dio e Darwin di prossima uscita e Darwin e Dio in corso di elaborazione.
Idem, per l’evoluzione
– Armando Massarenti, filosofo morale e del supp. cult. del Sole-24 Ore
Silvio Viale, medico e radicale dell’associazione Luca Coscioni
– Augusto Vitale, biologo ed etologo che fa ricerca sull’evoluzione dell’altruismo e dei sentimenti morali nei primati umani e non.

Dallo stafilococco ai nostri denti del giudizio
I pro confermano la teoria dell’evoluzione con esempi, e passano agli altri punti all’OdG. Le posizioni del trio sono note ai passanti del blog, stringo.
Per Massarenti, etica e scienza hanno qualcosa in comune: l’assunto di fallibilità, il dubbio intrinseco. L’etica non dice cos’è il bene e cosa il male, ma come scegliere il bene, volta per volta. La certezza è che le cose cambieranno e bisognerà continuare a pensare, con un po’ d’umiltà. Arrogante, la religione detta il bene e il male, è certa di detenere la verità. Ne conseguono penosi aggiustamenti quando gli tocca cambiarla.
Per Vitale, scienza e religioni sono modi diversi di cercare conoscenza. Maximum respect, ma incompatibili tra loro, ogni tentativo di invadere il territorio altrui risulta in figure del cioccolataio.
Viale è d’accordo sul tenerle separate. La religione, nota, non ha mai annunciato una scoperta: prima nega le scoperte della scienza, poi le rincorre e secoli dopo è costretta a darle per buone. E come Massarenti e Vitale, non vuole che i credenti tolgano ai laici libertà fondamentali e gli infilino a forza un sondino in gola.
Il pubblico in maggioranza maschile applaude. (Che gli uomini stiano per capirci, e anche Stuart Mill? Che stiano per scendere in strada a gridare “l’esofago è mio e lo gestico io”? Sembra plausibile ed è già un progresso.)
I pro ID
Il più bravo a recitare le lezioni dell’Intelligent Design Institute, comprese le citazioni fuori contesto, è il giovane Fabrizio Fratus. En passant, annuncia che entro l’anno l’AISO e la sua rivista Sintesi Sulle tracce delle origini (grazie Fratus, link in calce), organizzeranno “il primo convegno internazionale d’Italia” sul Progetto Intelligente con la partecipazione dei più grandi scienziati di questa disciplina.
(Come previsto, dopo la débâcle americana, Behe, Dembski e la troupe del Discovery Institute vengono in tournée in Italia, terra di missione e di polli allocchi merli tordi da spennare.)
Senza più quel fuoco sacro da Fiamma tricolore, pare un moderato finché gli scappa che la maggioranza deve imporre col voto le proprie scelte morali. Gasp del pubblico: il Fratus cortese vuole la dittatura morale della maggioranza non dei cittadini (perché sarebbe femminile?), ma dei parlamentari comunque siano riusciti a farsi eleggere. Ottimo finale ad effetto che la mesta esposizione del messaggio americano non lasciava presagire.
Ferdinando Catalano si discosta dalla linea Answers in Genesis solo nei momenti in cui la dimentica. Per confutare Viale, sostiene che i primi  versetti della Bibbia descrivono con 2500 anni d’anticipo la fluttuazione nel vuoto quantistico che Stephen Hawking di Oxford chiama singolarità iniziale.
In realtà “all’inizio c’era il nulla” da cui Dio crea “il tutto, è…” e qui s’impappina perché la teoria quantistica dei campi non è il suo forte. “Perché quando lo dice la Bibbia non è scienza, eh, eh? mentre se lo dice un professore di Oxford…” (“Cambridge” inserisco io che da un po’ m’improvviso suggeritrice perché rispetti il copione).
Poco dopo riprende e sviluppa lo stesso tema, ritiene Schroedinger il padre della fisica quantistica nonché credente (battezzato cattolico, per cui mentre fugge dal nazismo è ospitato da un amico in Vaticano con la moglie e la giovane amante, poi a Dublino aggiunge al ménage una minorenne e scrive un Che cos’è la vita? laico e materialista).
Prosegue con Arno Penzias che nella Bibbia avrebbe letto come scoprire la radiazione cosmica di fondo. Il pubblico messo in appetito già pregusta la versione Catalano dei versetti successivi in cui il Genesi annuncia la scoperta del prossimo secolo (le donne nascono già adulte da una costola del padre). Gli manca il tempo.
Stefano Giliberti l’ha occupato a lungo.
È una rivelazione. Un comico geniale. Col pretesto di vantare il libro di William Dembski appena messo in vendita in italiano e con acclusa garanzia di  veridicità firmata da “illustri docenti della Sapienza”, si lancia in un poemetto tipo Howl. Pochi sostantivi talvolta accompagnati da un aggettivo: “complessità specificata, algoritmo, caso, informazione, codice genetico, complessità, caso, prova matematica, complessità, indimostrabilità, evoluzione impossibile”.
Da capo, in un ordine diverso, per 20 minuti.
Ogni tanto inserisce la spiegazione di uno dei sostantivi che consiste nel ripeterlo da tre a cinque volte aggiungendo un verbo random per rendere caotica la sequenza. Il pubblico tiene le orecchie spalancate in religioso silenzio e sposta gli occhi dal volto di Fratus ping a quello di Catalano pong che alternativamente ping aggrottano la fronte e la rilassano pong, stringono le mascelle ping e le allentano pong. Ad un tratto, Fratus sprofonda nella poltrona e scompare dietro l’altoparlante. Per celare una smorfia o trafitto dall’occhiata assassina di Catalano?
Il pubblico comincia a preoccuparsi (Fratus è vivo?) ma viene distratto da una pausa insolitamente lunga di Giliberti. Applausi scroscianti. Lui ringrazia, si rammarica ma dev’andar via e parte in un rap indiavolato in cui accusa gli uomini di chiesa di aver sistematicamente travisato la Bibbia e la parola di Dio. Per fortuna, da studioso dalle vaste competenze qual è, a quegli incapaci e disonesti non dà retta, applausi, il vero significato l’ha capito da solo: “è l’amore. Dio è ricreazione”. Ovazione.
Segue dibattito
Mentre i seduti davanti obiettano a quanto detto dal trio ID, ne elogiano il coraggio per essere venuti nella tana dell’orco e Fratus confessa d’aver temuto per la propria incolumità (gli atei uniti usando arrostire i dissenzienti), i seduti dietro sono perplessi. Perché il moderatore Fabrizio Amadori ha lasciato parlare mezz’ora l’ispirato Giliberti? È stato prezzolato dal medesimo? Lo ha prezzolato perché recitasse la parte del creazionista anticlericale? Costui è una talpa dei radicali nel creazionismo.it? È segretamente innamorato di Emma Bonino e per lei s’è giocato la, si fa per dire, reputazione? È…
È stata una serata indimenticabile.

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23 febbraio, finisco qui l’incisa: rivista alla quale F.Fratus collabora con assiduità e che si trova cliccando su “Eco del creazionismo” all’indirizzo http://creazionismo.orghttp://www.origini.info/ fa lo stesso.
Grazie ancora a quelli che hanno perfezionato l’opera.