L’annuncio

I medici dell’ospedale di Pernambuco scoprono che una bambina di 9 anni, portata dalla madre per un mal di pancia, è incinta di gemelli da tre mesi e mezzo, dopo esser stata  violentata dal padrigno da quando aveva sei anni. Le praticano un aborto per salvarle la vita, l’arcivescovo Jose Cardoso Sobrinho scomunica la madre e i medici in nome del diritto alla vita.

“La legge di Dio è al di sopra della legge umana. Per cui, quando una promulgata da legislatori umani va contro la legge di Dio perde qualsiasi valore”. Reazioni indignate in Brasile e nel mondo.
Reazioni in Vaticano
Monsignor Piero Coda, docente alla Pontificia Università Lateranense:

“L’aggressione subita da quella bambina – dice subito il teologo – è un crimine abominevole, gravissimo, che va punito con tempestività e severità. Pur di fronte a tanto dolore, rispondere ad una tragedia con un’altra tragedia come è l’aborto è sbagliato”.

Padre Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia:

“E’ un tema molto, molto delicato”, ma “la chiesa non può mai tradire il suo annuncio, che è quello di difendere la vita dal concepimento fino al suo termine naturale, anche di fronte a un dramma umano così forte, come quello della violenza di una bimba. L’annuncio della chiesa è la difesa della vita e della famiglia ognuno di noi deve porsi in un atteggiamento di grande rispetto della vita”.

Anonimo

“E’ una tragedia grandissima, specialmente per quella povera bambina, ma la pena della scomunica andava sanzionata perché lo prevede espressamente il Codice di Diritto Canonico di fronte ad un palese caso di aborto procurato,”

spiegano riservatamente alla Pontificia Accademia per la Vita, scrive Orazio La Rocca di Repubblica, che è riuscito a scrivere tutto ciò sul bloc-notes senza vomitarci sopra.

Una misoginia oscena confonde il bene e il male, scomunica gli innocenti ma non il colpevole, chiama legge di Dio un Codice “promulgato da legislatori umani” per sovvertire ogni virtù e valore. Ci saranno cattolici italiani per dire a chi li rappresenta e li governa “Not in my name”?
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