Su Repubblica, Omero Ciai scrive che la bambina brasiliana stuprata e rimasta incinta a 9 anni pesa 33 chili ed è alta 1,36 m, due cifre che da sole giustificano la decisione di farla abortire subito. Adriano Sofri cita un sacerdote del Pontificio Consiglio per la Famiglia: “i medici sono protagonisti di una scelta di morte”, e conclude: “Penso che non si debba commentare tutto ciò. Neanche una parola. Bisogna trattenere il respiro, fino a scoppiare.”
In attesa della sharia cattolica apostolica e romana
Abbiamo ancora la parola, usiamola per dire che nel mondo religioso lo stupratore non è punibile; i medici che salvano l’unica vita umanamente salvabile fanno una scelta di morte; per i difensori della sacralità della vita, è meglio se i due feti muoiono stritolati da quell’utero troppo corto, troppo stretto, o se lo fanno scoppiare uccidendo tutti quanti.
Anche il cielo stellato
Su Repubblica, Roger Scruton difende il sacro, la trascendenza, la conoscenza più profonda dei geni o delle stelle propria della “persona religiosa”, dagli attacchi onnipresenti sui media di Dawkins, Dennett, Harris e Hitchens.
Cattolico al cubo
Roger chi? Ma no, sarà un’omonimia… invece c’è scritto nero su bianco. E proprio il filosofo cattolico del cattolico Institute for Psychological Sciences e l’articolo uscirà integrale su Vita e Pensiero, il bimestrale dell’università Cattolica del Sacro Cuore.
Ovvero
Roger Scruton. Il consulente che, dopo il divieto della pubblicità per le sigarette, consiglia a Big Tobacco come far causa ai governi invocando il diritto dei cittadini all’informazione e alla libera scelta. Il “p.r.” che chiede per email alla Japanese Tobacco Company di aumentargli di 1.000 sterline la mazzetta mensile, rimasta a 4.500 sterline nonostante i suoi articoli, su testate prestigiose, in cui elogiava l’industria delle sigarette serbando sui danni del fumo un religioso silenzio.
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