I soliti sociologi di Trento hanno pubblicato l’Annuario scienza e società 2009 (Il Mulino, 15 euro) e messo on line alcuni dati e commenti sul tema “donna e scienza”. Confermano che per farsi strada, alle ricercatrici basta essere eccezionali. A Parigi la settimana scorsa, ce n’erano cinque a ricevere i premi L’Oréal-Unesco per la carriera e quindici a ricevere quello per le giovani promesse.
Ignoravo i lavori di Tebello Nyokong e, peggio ancora, quelli di Akiko Kobayashi conosciuta al 125mo anniversario della Japan Chemical Society. Purtroppo ero distratta dalla presenza di Imperatore, Imperatrice, fratello chimico dell’Imperatore, cognata ikebanista dell’Imperatore e Harry Kroto maestro di karaoke.
Nota per R. Hoffmann: grazie di avermi spiegato tutto senza rigirare il coltello nella piaga.
Quando il gioco si fa duro, le dure cominciano…
Tappa a Milano della mostra fotografica sulle fisiche italiane del CERN dal 12 al 25 marzo. Come sanno i colleghi che ne hanno eletto parecchie a spokepersons del grande collisore di adroni, un’impresa da Titane con nervi saldi, mente fredda e cuor di leone.
Nota per Marco: non sto insinuando che i fisici son mammole …
Signore, perdonateli, non sanno quello che dicono
Venerdì, in occasione delle scomuniche contro chi osa salvare la vita di una bambina, il ministro Renato Brunetta era all’università di Pisa a spiegare Perché dobbiamo dirci cristiani come Marcello Pera. Ieri in occasione dell’8 marzo riteneva necessario “innalzare l’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego a 65 anni”. Per mettere fine a “un equilibrio perverso”, a “una carità pelosa”.
Una donna è già discriminata sul posto di lavoro, viene discriminata se fa un figlio, fa meno carriera e più lavori. Per tutta ricompensa viene mandata prima in pensione, con un assegno più basso, e le si chiede di curare i genitori anziani o assistere i nipoti. Mi sembra uno squilibrio perverso.