Alessia, Floyd, Kweli, Ogabara et al.

Su Science, il gruppo multietnico diretto da Sarah Tishkoff alla Penn State University, pubblica una ricerca sulla diversità genetica degli africani, maggiore che negli abitanti degli altri continenti.

E’ minimo l’“effetto del fondatore”, quell’omogeneità che si ritrova nei discendenti dei piccoli gruppi usciti dall’Africa per popolare via via  il resto del mondo, qualcuno restando isolato per decine di millenni. Come pensava Darwin, e L. L. Cavalli-Sforza, P. Menozzi e A. Piazza in Storia e geografia dei geni umani (un classico), la diversità genetica coincide quasi sempre con quella linguistica e culturale in 113 popolazioni attuali, discendenti da 14 gruppi che sembrano essersi allontanati tutti dalla Rift Valley circa 35 mila anni fa.

Chissà cosa sarà successo all’epoca per sparpagliarli fino al Capo… Ci sono altre sorprese che rallegreranno gli specialisti, ma per i non addetti l’articolo è un po’ frustrante.

Per carità, la distribuzione di molti microsatelliti, tante inserzioni e delezioni e solo tre Snps in “121 popolazioni africane, 4 popolazioni afro-americane e 60 popolazioni non africane” si legge come un romanzo. Sono usciti resoconti tecnici, ammirati o razzisti, ti pareva, e qualche avventura è segnalata da New Scientist, ma niente rispetto a quelle successe nei dieci anni di viaggi in Africa a prelevare sangue, anche da chi vive in luoghi senza strade, solo piste non segnate sulle cartine, nomadi, cacciatori-raccoglitori, pigmei…

E anni di trattative per ottenere da tutti un consenso informato.

Diversamente da imprese analoghe, partite alla grande e poi fallite anche per la diffidenza dei possibili donatori, questa era partita in sordina, con obiettivi limitati di volta in volta e l’idea che “se va bene, si continua”. Ed è cresciuta grazie a post-doc come Floyd Reed (adesso al Max Planck) e dottorandi come Alessia Ranciaro poi raggiunti da studenti, ricercatori e prof. di università africane.

Le peripezie di Alessia (ce l’avete fatta, complimenti) e della sua jeep si possono sentire nella seconda metà di questa puntata.

Intanto al CERN
E’ stato sostituito l’ultimo magnete dell’LHC, John Oliver è stato inviato da John Stewart a confrontare i rischi che l’LHC produca un Big Bang secondo un insegnante americano e i fisici in loco. E a Ginevra come nel resto del mondo, si preparano a tamponare la fuoriuscita di antimateria Angeli e Demoni.

Short, fun and to the point
Il New York Times, a proposito della nomina a Poet Laureate di Carol Ann Duffy, cita

 “Mrs Darwin”
7 April 1852
Went to the Zoo
I said to him — Something about that chimpanzee over there
reminds me of you

Anche Mrs Icarus merita. Il che mi ricorda che Isis the laboratory goddess ha pubblicato la prima delle “lettere alle nostre figlie”, scritte da scienziate, anch’essa breve, spiritosa e to the point.