L‘Unità e le colleghe Silvia, Concita, Maria Novella, Federica e Natalia, sono citate in giudizio dal presidente del consiglio per aver pubblicato informazioni già diffuse dalla Repubblica e altrove, condite con alcune frasi di L. Littizzetto pronunciate altrove, le quali hanno “leso l’identità personale dell’on. Berlusconi presentandolo come soggetto che di certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione”.
Mi unisco al coro dei complimenti alle colleghe e auguro anche a Luciana L. l’onore di essere (ri) citata in giudizio. Non so chi ringraziare, se il presidente del consiglio o i suoi avvocati, per i punti segnati a favore della squadra antagonista. Fra i miei preferiti:
– prima denuncia dello strapotere mediatico di un gruppo femminil-femminista, ovvero anche le non-escort fanno strada;
– prima introduzione nell’ordinamento giuridico mondiale del reato di lesa-libidinosità di un capo di governo, il Vaticano apprezzerà;
– prima saturazione del sito dell’Unità per i troppi messaggi, picco di vendite, senza spendere un euro per la campagna pubblicitaria;
– prima pubblicazione di una scoperta scientifica in atti legali. L’identità di S. B. non gli risiede più nel cervello-mente, bensì nel pene quando è in funzione.
Inter alia.