Sul prossimo numero di Psychological Science, Joris Lammers e Diederik Stapel, dell’università olandese di Tilburg, teleguidati da Adam Galinsky, della scuola di management alla Northwestern University, Illinois, pubblicano i risultati di cinque esperimenti sotto il titolo “Power Increases Hypocrisy: Moralizing in Reasoning, Immunity and Behavior”. A centinaia di studenti olandesi hanno distribuito ruoli di autorità decrescente, dal governatore al portaborse, e hanno trovato che chi si sentiva detentore legittimo di privilegi, ne abusava a proprio beneficio senza rimorsi di coscienza.
Salvo “ipercrisia”, una rara ipocrisia che auto-affligge chi si sente governatore per sbaglio, i potenti sono clementi con sé stessi e spietati con i subordinati che osano imitarli e frodare il fisco, gonfiare la nota spese o rubare una bicicletta. Per le stesse trasgressioni invece, i subordinati sono molto più severi con se stessi che con i potenti.
Adam Galinsky trova i risultanti desolanti:
Imporre regole morali e restrizioni agli altri e ignorarle nel proprio caso perpetua le disuguaglianze… Il 2009 ha avuto la solita collezione di scandali. Abbiamo visto uomini politici usare fondi pubblici a scopo privato mentre protestavano per il ruolo crescente del governo, o avere rapporti extraconiugali mentre predicavano i valori della famiglia (fonte).
Mah… prenderei con le pinze.
Code di paglia?
Commento dell’Economist, per niente desolato:
L’atteggiamento dei subordinati è comune ai primati sociali fra i quali il maschio alfa perseguita gli omega che non stanno al loro posto; uomini e babbuini l’avranno ereditata nel corso dell’evoluzione. E’ il prezzo da pagare per avere un vero leader.
In USA come oggi in Italia, i commentatori citano episodi di cronaca i cui protagonisti erano maschi alfa. Strano. E lo fa anche Galinsky. Ancora più strano. Negli esperimenti i volontari erano a stragrande maggioranza studentesse.