Climalteranti dorme, Climafluttante è in montagna, Ugo Cassandra Bardi posta vignette… ok boys, ghe pensi mi.
Sui PNAS, è uscito un paper sul legame tra cambiamento climatico, rese agricole ed emigrazione dal Messico agli Stati Uniti. Con il metodo proposto da Shuaizhang Feng, Alan Krueger e Michael Oppenheimer, un calo del 10% della produzione agricola corrisponde all’aumento del 2% dell’emigrazione. I dati sono online, chiunque può usarli con un altro metodo e dimostrare che questo è sbagliato.
Il paper era stato rivisto dall’odiato Stephen Schneider, ormai non c’è più, l’odio si riversa sull’autore dal cognome noto. Un altro cognome noto, Roger Pielke Jr., ci riversa bile, il lagomorfo ne ride, ma penso che chi ha reso noto quel secondo cognome rida meno.
Dall’ultimo paper di Stephen Schneider et al. – quello vero, non quello immaginario – Roger Pielke Sr. si era sentito collocato tra i “non convinti” del nostro contributo al riscaldamento globale solo perché aveva firmato un appello che lo metteva in dubbio. Firmandolo aveva contribuito a creare la “lista nera” bella pubblica che accusava ingiustamente Schneider di aver compilato da vile maccarthysta. Ma come si vede, il suo dubbio è sottile e lo ha dimostrato insieme al collega Ben Herman, spiegando ai fans del Bell’Anthony come si calcola l’effetto serra. Reazioni prevedibili, mais “beau geste”, prof.
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Tipo mazza da hockey
Su Nature esce una ricerca che stima il declino globale del fitoplancton dal 1899 in poi. Con ampi margini d’incertezza, sarebbe dell’1% all’anno e significativamente correlato alle temperature e ad altri indici climatici. Non sapevo che la densità del plancton si misurasse con il disco inventato da Padre Secchi nel 1865 (oggi è più sofisticato) per la Marina vaticana.
In realtà non sapevo nemmeno che il Vaticano avesse una Marina. Chissà perché, nelle scuole francesi queste cose non le insegnano, nella conversazione non saltano mai fuori. Se non fosse per Nature le ignoravo per il resto della mia vita.
Il plancton è alla base della catena alimentare marina, della cattura della CO2 e altri cicli bio-geologici dai quali dipendiamo, il paper dovrebbe avere ripercussioni in altri campi di ricerca. E’ per abb. ma i grafici in open access rendono l’idea.
Avvertenza per i neghisti: propone un metodo per far convergere centinaia di serie temporali, come per la mazza da hockey. Prima di accanirsi su una delle proxy, conviene leggere la seconda puntata.
14/4/2011: La seconda puntata dice che il metodo è sbagliato. Scrivono due dei critici, dopo aver rifatto le analisi, che il declino a lungo termine della clorofilla è probabilmente un artefatto del metodo di campionamento.
Seconda puntata
Lo stesso gruppo di Boris Worm, rinfoltito, ha messo insieme i pattern osservati attualmente e gli indicatori globali di biodiversità per i 13 gruppi di specie più rilevanti, dallo zooplancton alle balene. Conclusione: “Le zone più ricche di specie sono concentrate nelle regioni ad impatto umano medio-alto”, le più vulnerabili anche all’aumento degli inquinanti.
Per schivare accuse di allarmismo, Nature pubblica lo speciale Can science feed the world? e la risposta è – in parte – sì.
O.T.
Ci sono anche le recensioni dei libri per l’estate, ma solo per abb. Guida di Parigi a parte, il mio preferito è Il secolo dell’arsenico (link per agathachristofili o agothakristoffili visto lo humour nerissimo). E suggerimenti più seri da Pikaia.
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E’ scomparso troppo presto dalla colonna di sinistra un commento nel quale il signor Iannelli rimanda al proprio magnum opus. Ne raccomando la lettura con invidia, è la miglior satira dei neghisti che ho letto quest’anno.