Anti-età
Su Nature, Ewen Callaway racconta i dubbi sulla capacità del resveratrolo, una molecola abbondante nel vino rosso, di attivare una certa proteina e quindi di rallentare l’invecchiamento, nonostante un nuovo paper pubblicato da ricercatori della Sirtis e della GlaxoSmithKline, le quali intendono produrre e vendere il farmaco. La cosa divertente è che i biochimici più scettici sulla sua efficacia lavorano per la concorrenza. Ricordo che il battage sul resveratrolo è partito da una correlazione: i francesi dalla dieta a base di foie gras che bevono bordeaux sono altrettanto longevi degli altri. Ricordo anche che sono un filino più longevi i giapponesi dalla dieta a base di pesce che bevono tè.
Anti-materia
La collaborazione D0 del Tevatron pubblica nuovi risultati sulle Physical Review Letters e Physical Review D. Nei detriti delle collisioni tra protone e antiprotone, ha misurato più coppie di muoni positivi che di muoni negativi. Sarà pure un risultato sensazionale e magari da confermare con l’LHC, come scrive Roy Briere, ma non creda di sbalordirci. Se non fosse violata sistematicamente la simmetria materia. antimateria dopo il Big Bang la somma di materia e antimateria sarebbe stata uguale a zero, e non staremmo qui a pensarci.
Adesso se risultasse inviolabile, crollerebbero la cosmologia, la cosmogonia, l’astrofisica e la fisica. Quello sì che ci lascerebbe a bocca aperta.
Anti-allarme
Sulla Technology Review del MIT, Tom Simonite racconta di un processore rivoluzionario progettato dalla Lyric Semiconductor: al posto di 1 e 0. dà probabilità bayesiane. A scadenza regolare, da trent’anni qualcuno annuncia che la velocità e la potenza di calcolo stanno raggiungendo il limite (di solito limiti fisici dovuti alla dimensione di un chip), ma l’allarmismo non pare giustificato.
Anti-Android
Che rissa. La settimana scorsa, Oracle ha annunciato di aver fatto causa a Google per aver violato sette brevetti Sun, comprata da Oracle. James “Java” Gosling, ex Sun, ex vice presidente di Oracle e titolare di uno di quei brevetti, ha parecchio da dire a proposito dell’interoperabilità auspicata per i cellulari e come “il gioco è quello che è” e il sistema fa di tutto per renderla impossibile:
All’inizio, a Sun non ci piacevano i brevetti. C’è un nucleo di buon senso nel ragionare per brevetti, ma il sistema di per sé è diventato delirante. All’inizio, Sun non ne chiedeva molti, poi l’IBM ci ha fatto causa per aver violato uno dei suoi che diceva in sostanza: “se fate qualcosa di più semplice, andrà più veloce”. Un concetto di un’ovvietà così abbagliante che non doveva essere brevettabile, ma abbiamo perso la causa. La penale è stata enorme. Siamo quasi falliti. Siamo sopravvissuti, ma per proteggerci da future cause abbiamo fatto un’orgia di brevetti… C’era pure una gara, non ufficiale, tra chi riusciva a ottenere quello più delirante. Il mio non era tra i peggiori.
P uguale NP?
La dimostrazione pubblicata da Vinay Deolalikar sembra proprio affondata. Scott Aaronson, che su quell’esito aveva scommesso 200 mila dollari, spiega perché non aveva dubbi. La comunità continua a discuterne da Richard Lipton o da Gowers, nonostante sia insoddisfatta della terza versione preliminare di Deolalikar.
Nicola Cabibbo
E’ morto. Ne parla Simona Cerrato su Oggi Scienza.
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E bisogna salvare Pavlovsk (rif. “Serve aiuto” di ieri).