With a lot of help


L’evoluzione dell’altruismo di solito si studia nelle specie sociali, all’esclusione dei batteri che sono molto socievoli. Non ho mai capito perché, visto che – come diceva Stephen Jay Gould – da quando sono apparsi 3,8 miliardi di anni orsono, hanno avuto il tempo di provare parecchie strategie, tra cui la solidarietà di specie.

Finalmente sull’ultimo Nature, Henry Lee et al. descrivono come le Escherichiae coli si difendono da un bombardamento con antibiotici. Se un gruppetto resiste già al farmaco, invece di crescere e moltiplicarsi e crepino gli altri, spende le proprie energie per produrre una molecola piccolina, l’indole, che aiuta tutti a resistere allo stress. In ogni campione di colibacilli che i ricercatori hanno allevato per generazioni in laboratorio, la resistenza ai farmaci di singoli isolati era inferiore a quella dell’insieme della popolazione, una dimostrazione che la “carità” delle E. coli mutate funziona. Tra l’altro, la ricerca esce in copertina e conferma la “selezione parentale” demolita la scorsa settimana dal modello di Martin Nowak, Corina Tarnita e Edward O. Wilson, in copertina anch’esso…

Su un’altra scala
Su PLoS Medicine, Julianne Holt-Lunstad et al. pubblicano una meta-analisi di ricerche in cui i rapporti sociali dei pazienti erano correlati al rischio di mortalità. Con gli amici e i parenti a fianco il rischio è dimezzato:

L’influenza dei rapporti sociali è paragonabile a quella di altri fattori di rischio come il consumo di alcol o il fumo, e supera quella di inattività fisica e obesità.  Inoltre questa meta-analisi potrebbe sottostimarla perché molte ricerche hanno usato misure semplificate di isolamento sociale.

Scoprono l’acqua calda anche se i sistemi sanitari non vogliono saperlo. Segnalo il paper soprattutto come esempio da seguire per chi cercava una correlazione con la religiosità, vedi “Lies, damned lies, and statistics” il 24 agosto.