Il giardino globale


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S’avvicina il vertice mondiale della biodiversità, Science pubblica uno speciale con articoli gratis e non. Da aggiungere a quelli sulle energie alternative, l’alimentazione e l’agricoltura usciti nei mesi scorsi e complicare un po’ il paesaggio:
–  gli obiettivi che la Convenzione dell’Onu s’era data, quali si darà e quali progressi nel frattempo, pochi, e nessuno rallentamento nel “Consumo delle risorse biologiche” cioè delle specie che ci sono indispensabili
– il censimento delle specie vegetali, non terminato per problemi di soldi, di orti botanici eliminati o lasciati all’abbandono, e di nomenclatura
– la distruzione avanza nelle foreste del Borneo, Papua-Nuova Guinea e Indonesia
– in Brasile, da una stima preliminare la deforestazione dell’Amazzonia potrebbe essere calata del 47,5% in un anno (sommario)
– ma in Brasile non c’è solo l’Amazzonia, questo segnalato in particolare al prof. Mariani che a proposito dell’Overshoot Day mondiale, confronta la produttività delle coltivazioni e dei boschi italiani e scrive su climate monitor (7 settembre):

Senza dunque trascurare l’importanza delle aree forestali (che sul pianeta occupano oggi 3.9 miliardi di ettari contro gli 1.5 miliardi degli arativi) sarebbe di grande utilità pervenire ad un indicatore di impronta ecologica che collochi le colture agrarie fra i grandi assorbitori di CO2. Un tale indicatore sarebbe utile per promuovere politiche di:

  1. Crescita socio-economica dei Paesi in Via di Sviluppo;
  2. Innovazione in agricoltura;
  3. Contenimento della crescita di CO2 in atmosfera.

In merito a dette politiche occorre dire che mentre sul ruolo nefasto del CO2 permangono dubbi fondati ed in più occasioni discussi in questa sede, la promozione della crescita nei PVS e dell’innovazione in agricoltura sono oggi una priorità assoluta in virtù dell’incremento in atto della popolazione mondiale, che nel 2050 dovrebbe attestarsi intorno ai 9.5 miliardi di individui, contro i 6.7 attuali.

Senza un dato a indicare che 1) la produzione delle foreste sia uguale in tutto il mondo; 2) dagli anni Novanta l’innovazione in agricoltura favorisca i paesi in via di sviluppo; 3) qualunque siano, le colture agrarie contengano la crescita della CO2 e che un indicatore comprenda tutte le varianti. In compenso usa una tabella dove i denutriti sono indicati in percentuale, per nascondere con il trucco di Lomborg che sono diventati un miliardo.

Deux pigeons
Così ho sistemato anche l’elogio settimanale al ten. col. G.G. e al suo attendente, esperto pure lui di sistemi globali. Anch’io: sul balcone, le erbe aromatiche sono sopravvissute alla grandine e il basilico a foglie piccole s’avvia a diventare una foresta tropicale.
E deux pigeons sull’Economist.