Poco dopo Natale, agenzie stampa rivelano che nella grotta di Qesem, in Israele, sono stati scoperti (nel 2006) otto denti di Homo sapiens risalenti a 400 mila anni fa. Quindi la specie avrebbe avuto origine 200 mila anni prima del previsto nella Terra santa/Eretz Yisrael. Stando al comunicato stampa dell’università di Tel Aviv
è l’evidenza più antica dell’esistenza dell’uomo moderno ovunque nel mondo…
Ah sì?
Dall‘abstract di Hershkovitz et al. sull’American Journal of Physical Anthropology, non si direbbe. Dal paper ancora meno. I denti evocano un po’ quelli di Neandertal e di più quelli di sapiens ritrovati a Skhul/Qafzeh e risalenti a circa 120 mila anni fa, ma in questo caso soprattutto per le caratteristiche comuni negli antenati delle specie Homo, quindi non collegabili a una in particolare.
Così gli autori ipotizzano che i denti di Qesem potrebbero appartenere a: 1) una popolazione (sapiens) arcaica residente nel sud-ovest asiatico a metà Pleistocene; 2) Neandertal che si sarebbero evoluti a lungo nello stesso posto; 3) a varie specie Homo.
La risoluzione di questi scenari alternativi deve attendere ulteriori scoperte, nel sud-ovest asiatico, di reperti del medio Pleistocene aggiuntivi e più completi. Ciò nonostante gli esemplari di Qesem rappresentano un contributo importante della regione circum-mediterranea del Vecchio Mondo al crescente campione di fossili umani del Pleistocene.
Mai fidarsi di un com. stampa, nemmeno se uno degli autori lo difende su Nature.