Domattina su Popolare network confrontiamo un articolo per lettori digiuni di ricerche sul clima scritto da uno scienziato, e uno per lettori digiuni di ricerche sul clima, di geografia, aritmetica ecc., scritto da un meteorologo militare.
Su Science, Jeffrey Kiehl del National Center for Atmospheric Research a Boulder, nel Colorado, parla della sensibilità del clima al forcing radiativo della CO2 (ottima versione sul sito del NCAR). Nel periodo di 30 -100 milioni di anni in cui la concentrazione del gas serra è arrivata a circa 1000 ppm, le temperature erano in media di 15°C superiori a quelle attuali. Nei modelli di previsione invece, un raddoppio rispetto all’Ottocento (270 ppm, siamo a 390 ppm) porta a un aumento di 2-3 °C.
Kiehl si chiede il motivo della differenza, passa in rassegna ricerche sul paleoclima e su quello attuale, e conclude che i modelli potrebbero sottovalutare le tendenze molto lunghe, come il riscaldamento degli oceani, e che “2-3 °C” sembra ottimista. Da qui copio da Oggi Scienza con l’autorizzazione dell’autrice.
Su Climate monitor, il ten. col. Guidi traduce un pezzo di James Delingpole apparso sul Daily Bufala. Sintesi: il clima è ciclico, identiche alluvioni ci sono state a Brisbane nel 1974; illusi dagli scienziati al soldo degli ambientalisti, i governanti australiani hanno creduto che sarebbero finite le piogge e le stagioni; pur di salvare qualche pesce, non hanno costruito le dighe necessarie a salvare Brisbane, dove sta il sig. Delingpole.
Il ten. col. ribadisce il messaggio
La discussione su questo post si è concentrata principalmente sulla possibile ciclicità di questi eventi estremi. (…) Questa è una delle discussioni chiave dell’ipotesi AGW, l’aumento della frequenza degli eventi estremi. Sicché era solo questione di tempo (…) perché qualcuno azzardasse il collegamento tra l’eccezionalità delle inondazioni nel Queensland e nel Nuovo Galles del Sud e i cambiamenti climatici, ovviamente di origine antropica
Per meglio escludere “l’origine antropica”, riproduce il grafico sopra (qui in grande) e ne deduce
con la CO2 a 280 ppmv [nel 1870, ndr] gli eventi oltre che più intensi erano anche più frequenti.
Il ten. col. confonde alluvioni e precipitazioni estreme, come dice Steph, e ignora le dighe costruite nel secolo scorso sul fiume Stanley e i suoi affluenti, per es. dopo le alluvioni del 1974, quella di Wivenhoe che può trattenere fino a 11.500 miliardi di litri oltre al livello normale, eppure s’è dovuta aprire pochi giorni fa. E poi
- se le dighe non c’entrano, il signor Delingpole ne chiede altre perché non gli piace il pesce?
- mentre le alluvioni proseguono, si può già azzardare un confronto tra la riga rossa del 2011 e quelle blu come il professore di scienze politiche, perché è un veggente?
- “Brisbane – livello urbano” vale per il Queensland e il Galles del Sud perché stanno entrambi delle città?
- “Eventi estremi” equivale ad
alluvioniinondazioni perché siccità, ondate di calore, tempeste ecc. sono sempre eventi moderati o minori? le alluv inondazionigli allagamenti recenti in Venezuela, Colombia, Brasile, Filippine o Sri Lanka sono esclusi dalla “discussione” ciclistica perché non eventi, non estremi o qualcuno aveva lasciato aperto il rubinetto?- “AGW” sta per Australian Global Warming e l’Australia essendo piccinina sta anch’essa a Brisbane?
- per ottenere il ciclo trentaseienne del sig. Delingpole, che modello di abaco bisogna usare?
Sul resto, concordo: solo gli esperti di clima possono azzardare un collegamento tra questa “eccezionalità” o questa o questa o questa (omissis) e questa.