Per chi volesse vedere come si fa giornalismo nel caso di divergenze reali tra ricercatori, suggerisco l’inchiesta di Daniela Cipolloni sul Campi Flegrei Deep Drilling Project pubblicata da Oggi Scienza:
– Intro della direttora
– Il vulcano della discordia
– Un pozzo ci salverà
– Quel pozzo non s’ha da fare
Sunto per chi ha fretta
Di qua il geologo Giuseppe De Natale dell’INGV, responsabile per le trivellazioni nei Campi Flegrei a scopo di ricerca vulcanologica e di “risorse geotermiche”. Dice che il rischio è zero, la sede locale dell’Istituto è lì, fidatevi, e comunque la ricerca è necessaria proprio dov’è alta la densità abitativa perché a rischio è una zona con 5 milioni di abitanti.
Di là il geochimico Benedetto De Vivo dell’università Federico II. Dice che non esiste il rischio zero in zone ad alta densità abitativa, indica posti meno popolati attorno a Bagnoli dove si potrebbe perforare, ricorda passati incidenti e vittime causate da analoghe trivellazioni, dubita che si possa sfruttare la geotermia data l’elevata salinità dei fluidi (1) e le cui obiezioni hanno “fermato le ruspe”.
In mezzo i napoletani, e non solo, senza alcuna informazione sulla sicurezza dell’esperimento e sui suoi fini. Il progetto non è sul sito dell’INVG che rimanda a quello dell’International Continental Scientific Drilling Project come se fosse la Protezione Civile. E nessuna valutazione dei rischi è pubblicata dall’Osservatorio Vesuviano o dall’INGV come se i sette enti italiani che partecipano all’esperimento non ci avessero mai pensato. L’impressione è che i loro interessi prevalgano su qualunque considerazione per gli abitanti e secondo me è pessima.
(1) Dubito che un’assicurazione copra i rischi finanziari.