Il piano energetico prevedeva che entro il 2030 più di metà dell’elettricità consumata in Giappone sarebbe stata prodotta da reattori nucleari, con 14 nuove centrali costruite nel frattempo, ma oggi il ministro Kan ha detto che presenterà un nuovo piano in giugno, basato su fonti rinnovabili e maggiore efficienza.
Ha anche detto che non prenderà lo stipendio finché non ci sarà una prospettiva di soluzione per Fukushima 1.
Finalmente sembra aver deciso di decidere lui, come per la chiusura di Hamaoka, in zona sismica e con 14 guasti negli ultimi 20 anni.