Il 23 marzo scorso, il ten. col. elogiava questo video in cui Richard Muller accusa gli scienziati del clima di aver nascosto il declino delle temperature dagli anni ’60 in poi e concludeva
evidentemente non pensa che si possa prescindere da un certo livello di integrità scientifica.
Il 31 marzo, Richard Muller presentava al Congresso una curva delle temperature ricalcolata anche da “scettici”, uguale a quella che “nascondeva il declino”. Dei risultati ottenuti da scienziati che nel 2010 riteneva disonesti, diceva:
L’integrità dei dati è adeguata… alcuni dei biases più preoccupanti sono un problema minore di quanto pensassi.
Integro com’è, il ten. col. sorvola e oggi scrive
Recentemente è stato finalmente pubblicato un lavoro di revisione delle stazioni meteorologiche sul territorio USA sul Journal of Geophysical Research. Tra i firmatari ci sono anche (ma non solo) Antony Watts, John Christy e Roy Spencer. (…) Focus del problema affrontato proprio le incertezze nelle osservazioni di superficie, tra spostamenti dei sensori, modifica dell condizioni a contorno etc etc.
Non è vero. Il lavoro deve ancora essere pubblicato, Roy Spencer non è tra i firmatari e il focus era un altro. Riassunte delle puntate precedenti.
2007
Nel IV rapporto dell’IPCC, gli scienziati del clima hanno osato affermare che la tendenza al riscaldamento globale è “inequivocabile”. Mentono, scrive Anthony Watts, commerciante in attrezzature meteo e bussola di Climate Monitor. Per dimostrarlo, riprende un’idea di Roger Pielke Sr. e crea il sito Surface Stations dove ospita foto delle stazioni di rilevamento inviate dai suoi fan, e pochi dati insufficienti a definire le condizioni a contorno, stimare incertezze o confrontare le registrazioni dei sensori spostati e stabili.
2009
Grazie all’istituto Heartland finanziato da Exxon & Co, l’ammirato Watts pubblica un proprio resoconto basato sull’11% delle stazioni:
9 stazioni su 10 indicano probabilmente temperature più alte o crescenti perché sono localizzate male… Osserviamo inoltre che cambiamenti della tecnologia nel tempo sono risultati in una falsa tendenza al riscaldamento. Abbiamo trovato che gli aggiustamenti dei dati, sia da parte della NOAA che di un’altra agenzia governativa, la NASA, hanno fatto sembrare le temperature recenti ancora più elevate. Gli errori della registrazione superano di un ampio margine il presunto aumento di temperatura di 0,7° C durante il ventesimo secolo.
2010
Insieme a Joe D’Aleo e grazie al Science and Public Policy Institute finanziato ecc., il riverito Watts rincara la dose: denuncia “l’inganno” dei dati inventati e/o falsificati in varie parti del mondo, propinati da “Phil Climategate Jones” e i soliti corrotti della NOAA e della NASA per farci credere che ci sarebbe un riscaldamento globale. Negli Stati Uniti l’aumento di 1 °C dal 1880 in poi non c’è stato, la temperatura semmai è calata.
Sul Journal of Geophysical Research, Matthew Menne et al. esaminano la documentazione raccolta dai volontari, rifanno i calcoli sui dati del 43% del totale:
non trovano alcuna evidenza del fatto che le tendenze della temperatura media siano inflazionate da collocazioni inadeguate.
2011
Insieme a Souleymane Fall, Dev Nigoyi, Evans Jones, Roger Pielke Sr, John Christy e John Nielsen-Gammon chiamato ad aiutare con le statistiche, Anthony Watts analizza i dati dell’87% delle stazioni e trova la stessa cosa degli “ingannatori”, compresi Menne et al.:
il nostro metodo di aggregazione produce valori che in media divergono dai loro di 0,002° C.
Manca il margine d’errore, ma la concordanza è eccezionale. Particolare interessante
la tendenza della temperatura media per il periodo 1979-2008 è di circa 0,32 °C a decennio
superiore a quella risultante dalle simulazioni dei modelli. Il 9 marzo 2008, il ten. col. Guidi scriveva:
Il Global Warming si è fermato, la temperatura media del pianeta ha smesso di crescere da quasi dieci anni
Quale pianeta?
Integrità bis
E’ proprio vero che una disgrassia non arriva mai sola, Watts smentisce se stesso e il mantra del ten. col., mezza Milano è stufa del Cavaliere e Riccardo mi segnala che è crollato un altro mito di Climate Monitor.
La rivista Computational Statistics and Data Analysis ha ritrattato per plagio l’articolo dello statistico Edward Wegman e della sua dottoranda Yasmin Said, che riprendeva i plagi del loro rapporto al Congresso – commissionato dal Joe BigOil Barton– in cui accusavano Michael Mann et al. di incompetenza statistica, tra altre malefatte.